Commedia, Recensione

MATRIMONIO TARDIVO

Titolo OriginaleHatuna Meuheret
NazioneIsraele/Francia
Anno Produzione2001
Genere
Durata102'
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio
Scenografia

TRAMA

Haifa, Israle: Zaza è scapolo. La sua famiglia, di origini georigiane, vorrebbe vederlo sposato e non si ferma davanti a nulla pur di raggiungere lo scopo. Ma il ragazzo ha già una donna…

RECENSIONI

Cos'è questo film? Inizia come una commedia: battute salaci, situazioni iperreali dense di risvolti divertenti, un acido e costante sarcasmo nella descrizione di un universo di caratteri molto ben disegnati. Nessuna banalità, una precisione di tratto ammirevole, poche e lunghe scene ambientate per lo più nei pacchiani interni di questa borghesia israeliana che sembra non vivere la vita ma solo calcolare eventualità, soppesare possibilità, prevenire disastri, ordinare il futuro. Zaza è scapolo e quella del celibato per un uomo di 31 anni è una vergogna della quale la sua famiglia deve liberarsi al più presto: i genitori le tentano tutte, mettono su un vero e proprio mercato della carne nel quale si espone la merce, la si saggia, la si prende o la si lascia. I meccanismi della storia vanno avanti spediti, oliati dal denaro, motore primo di tutte le azioni di una famiglia che scavalca l'individuo e vuole solo perpetuare se stessa. Si parla del "bene dei ragazzi" e l'unico dubbio è se sia mobile (uno stereo ultimo grido, il frigo, un'auto potente) o immobile (un ampio e comodo appartamento). Zaza pensa di poter resistere al perbenismo e alle ferree regole nelle quali è cresciuto, ancora spera di impalmare la donna marocchina divorziata e con prole che ama e scopa teneramente ma... Ma all'improvviso c'è davvero poco da sorridere: la situazione è tragica, i genitori e tutta la razza irrompono nell'appartamento della "puttana" e in una scena che ha un po' della sboccata sceneggiata, ma che sottende una violenza inaudita, umiliano la donna, terrorizzano la sua bambina, costringono l'uomo all'abbandono. Zaza ha un'ultima alzata di capo ma la regola ancestrale è più forte e l'ipocrisia che la sorregge granitica: il matrimonio che conclude il film è combinato, senza amore e con molti beni. Una sceneggiatura di ferro (dello stesso regista), senza cedimento alcuno, che non scade mai nel bozzetto né è gratuitamente accattivante ed è condotta da Kosashvili con notevole personalità: l'autore non strizza l'occhio e gira senza filtri, con una disinvoltura ammirevole, anche scene di sesso finalmente non patinate; non ha paura delle gag (molto divertenti) perché sa mantenere saldo il timone: sa dove vuole arrivare, gestisce i molti e singolari cambi di registro senza squilibri (MATRIMONIO TARDIVO è film brillante, grottesco, sentimentale, erotico, drammatico...) e firma un finale di toccante amarezza che rimane nel cuore.