TRAMA
Un giovane algerino sogna di fuggire lontano, magari a Roma…
RECENSIONI
Sporco, sgranato, sgrammaticato ma vitalissimo, il film d'esordio dell’algerino Tariq Teguia è stata una delle piacevoli sorprese della sezione Orizzonti. Sebbene si confronti con un topos della cinematografia nordafricana recente (la migrazione, la fuga), il regista riesce a trattarlo con intelligenza ed originalità, a tratteggiare personaggi che non si piangono addosso, ma che si lasciano vivere, che hanno smarrito la bussola, che vagano dunque senza meta alla ricerca di un “traghettatore” presumibilmente morto. Piani lunghissimi e lunghi silenzi si alternano a parentesi metacinematografiche un tantino datate ma non meno efficaci. Il citazionismo letteral-cinematografico è funzionale al racconto, sebbene un po’ ovvio (la ragazza del protagonista legge America di Kafka).
