Drammatico, Recensione

ALLEGRO

NazioneDanimarca
Anno Produzione2005
Durata88'

TRAMA

Dopo una lunga permanenza a New York un grande pianista ritorna nella natia Copenaghen per un concerto di gala. Nella città viene contattato dall’emissario di una misteriosa “Zona” in cui si troverebbe il passato che l’uomo non riesce più a ricordare…

RECENSIONI

Quale allegria

Dogma di ritorno per il regista Boe (Camera d’or a Cannes 2003): fotografia virata vontrierianamente in giallo, handycam + zoom a manetta,  montaggio disinvolto con inserti animati a mò di capitoli, voce over per raccontare il percorso  a tappe di un uomo alla ricerca (letterale) del proprio passato relegato in una fantomatica “Zona”. Un pizzico di sci-fi, filosofie in saldo su amore&memoria e una bella dose di presunzione: in ALLEGRO ci si può vedere Tarkovskij (ma anche il Bergman più enigmatico), ci si può leggere Kafka (ma a me è venuto in mente l’Ishiguro de GLI INCONSOLABILI) ma più facile è riderci su facendo spallucce di fronte a tanta e tale supponente nullità stilistica. Un brutto pasticcio infarcito di dialoghi da dita pressate sulle orecchie. Che strazio.