TRAMA
Antoine, giovane diplomato alla Scuola di polizia, viene iniziato all’attività anticrimine dal capitano Vaudieu, una donna che rientra in servizio dopo due anni di assenza e una profonda crisi personale.
RECENSIONI
Anatomia di un’indagine per omicidio, dalle origini alla soluzione, senza (quasi) mai cadere nella tentazione del romanzesco ma rimanendo fortemente legati al quotidiano, alla routine dell’orrido di un dipartimento di polizia: prima di girare questo film Beauvais è rimasto a stretto contatto con un capitano della Divisione Criminale, avendo modo di seguire direttamente l’attività investigativa, le sue modalità, i suoi riti. Lo sforzo di conferire veridicità alle immagini è, in effetti, sensibile: il regista utilizza un registro visivo volutamente neutro, quasi documentaristico, non fa ricorso a musica di commento, amministra (non sempre rigorosamente) l’ordito delle sottotrame, fa leva su una scrittura scarna, ha momenti di realismo convincente (gli sfoghi, lo stress, le bevute tra colleghi), a tratti spiazzante (durante un’autopsia si parla di calcio), limita l’enfasi ponendo al centro della narrazione un caso quasi banale, sfrutta a dovere un buon cast d’attori. Un film che, a parte alcuni inciampi, riesce anche a disegnare una mappa credibile di un brulicante sommerso metropolitano, incrociando un’umanità composta di ubriaconi, clochard, immigrati clandestini, piccola malvivenza, varia disperazione.
