TRAMA
Irlanda. Winnie, dieci anni, è una Traveller: vive con la numerosa famiglia in un camper, affronta svariate difficoltà, aspira ad una vita normale.
RECENSIONI
Quasi un documentario, che sfodera un motivo di (relativo) interesse nella chirurgica adesione al reale: il regista ha vissuto a contatto con una comunità di Travellers e, registrata la loro quotidianità, l’ha riportata su pellicola servendosi degli interessati come attori. Nella complessa descrizione del fenomeno si pigia talvolta il tasto della retorica, preferendo affidare alla parlantina (soprattutto della madre) ciò che risulta altrettanto evidente dalle sole immagini; d’altra parte il film assolve pienamente la sua funzione di denuncia, a volte ne finisce preda ma ti fa sentire male (vedi la sequenza dello sfratto della famiglia – ma lo sfratto da cosa?). Il risultato è importante ma simile a tanti prodotti analoghi, risultando talvolta l’accostamento scontato (la bimba povera che vuole andare in discoteca), in altri casi realmente efficace. Su tutto la sequenza finale, in cui seguiamo la giovane Winnie che, nonostante le molteplici ambizioni di “normalità”, ogni mattina deve affrontare un piccolo viaggio soltanto per ottenere dell’acqua potabile. Tuona il messaggio sociale, il cinema solo a lampi.
