TRAMA
Xiao Yun, incinta a sedici anni, crede che suo figlio sia nato morto; dieci anni dopo si esibisce in un locale malfamato e scopre la verità sulla prole.
RECENSIONI
Madre e Figlio
Dalla Cina una gradevole matassa intimista declinata al femminile: aderendo diligentemente ad un intreccio preistorico la regista, ex valletta della televisione, inserisce volendo una punta autobiografica e la stempera dolcemente con una leccata d’ironia. Non serve scomodare Ozu per realizzare la rimasticatura di concetti già espressi, dal confronto madre-figlio a quello con i genitori, il conflitto tra l’essere sé stessi e riscoprirsi nel nuovo ruolo di madre, lo squallore del basso spettacolo e la routine quotidiana per campare. Ma è chiaro come Li Yu ami il suo personaggio, lo adorni con metafore semplici ma efficaci (il titolo significa “viso truccato”) senza mai dire troppo né troppo poco complice una lieve durata, lo allontani da una scontata retorica per portarlo in un lodevole territorio di mezzo, a cavallo tra l’accurata costruzione visiva (la camminata nel torrente) e la girandola delle emozioni che, seppur travolgenti, non esplodono palesi ma restano suggerite. Notevole l’apporto di Xingrao Huang, bambino protagonista di simpatia travolgente che ci fa affezionare alle sue marachelle. HONGYAN è l’esempio senza pretese di come rifare onestamente un filone senza cadere nel ridicolo.

Dramma famigliare e spietata disamina sulle ferite inflitte da una società bigotta e repressiva ad una ragazza madre costretta a crescere in fretta, sulla chiusura mentale ed il terrorismo psicologico messo in atto dal regime – il privato diviene pubblico nel momento in cui si violano le regole del vivere “civile”, per cui è possibile assistere, come accade nel film, all’annuncio all’altoparlante della tresca tra la scolaretta e del suo compagno in piena esplosione ormonale – Hongyan riesce a toccare le corde dello spettatore con un racconto semplice che affronta con sensibilità questioni “a rischio ricatto” (specie il rapporto tra la madre ed il figlio dato in adozione) ed uno stile piano, rigoroso, asciutto.
