TRAMA
La Shakespeare & Company, una libreria di Parigi molto particolare e il suo proprietario, George Whitman.
RECENSIONI
Nel 1951 George Whitman apre una libreria a Parigi che, da allora, continua a ospitare, tra i suoi scaffali, i giacigli e i sacchi a pelo di intellettuali, studenti, viaggiatori squattrinati di tutto il mondo, rinnovando la fama di quello che il suo proprietario, oggi novantatreenne, chiama "un covo di anarchici camuffato da libreria". Gli autori di PORTRAIT si muovono in questa libreria-labirinto presentando i rituali quotidiani di quella che è una piccola comunità, sempre cangiante, che ripaga l'ospitalità ricevuta rendendosi utile in cucina, facendo piccole riparazioni, impilando libri e lavando i pavimenti. In cinque decenni almeno quarantamila sono stati gli ospiti di questa strana e un po' fiabesca libreria ai quali George chiede di recitare poesie in pubblico, leggere i libri della collezione o di scriverne essi stessi (per meritarsi il letto l'ospite è obbligato a mettere su carta una piccola autobiografia). Anais Nin e Henry Miller, William Burroughs e Allen Ginsberg, Langston Hughes, Paul Bowles e molti altri scrittori sono stati ospiti di Whitman lasciando tra i polverosi e intasatissimi scaffali del suo piccolo regno una testimonianza scritta, un ricordo o un piccolo segno della loro presenza. PORTRAIT non è solo una breve storia della libreria e del suo anomalo modus vivendi ma anche un felice ritratto di un uomo stravagante, un po' angelico un po' diabolico, che continua a gestire il suo bookstore alla vecchia maniera, senza ricorrere a computer, tiranneggiando benevolmente i suoi ospiti e rimanendo fedele alla sua utopia beat. Il documentario, che alterna interventi di ospiti e amici di oggi e di ieri, è un'indagine minima e leggera, l'omaggio sentito a una piccola realtà che gli autori ritagliano con garbo e tenerezza.
