XUN QIANG – THE MISSING GUN

Anno Produzione2002

TRAMA

Ma Shan, poliziotto, si sveglia dopo una notte di bagordi e non trova la sua pistola: in Cina le armi da fuoco sono proibite e lui rischia fino a tre anni di carcere. Inizia una ricerca forsennata tra omicidii e sospetti.

RECENSIONI

In un paesino del distretto di Guizhou, tra colline e campagna si svolgono le vicende di "The Missing Gun" il quarantenne Ma Shan è in preda ad un tremendo timore: che la sua pistola venga usata e qualcuno muoia. Effettivamente i cadaveri non tardano a fioccare. Un conto alla rovescia sul numero di proiettili: ulteriore problema è che sono proprio i maggiori indiziati a lasciarci le penne ed il povero protagonista non sa che fare. Gli amici che erano con lui al banchetto di nozze dove si è fatta festa fino a tardi offrono versioni discordanti sull'accaduto ma alla fine il nodo viene al pettine.
Un piacevole poliziesco rurale è il primo film di Lu Chan, prodotto dalla Sony Columbia anche e soprattutto grazie alla presenza di Jiang Wen, famosissimo in patria. Se il ritratto della pacifica vita di una cittadina di campagna e della routine della squadra di poliziotti può anche risultare scontata è proprio il pretesto che innesca la trama, lo smarrimento della pistola, a far fibrillare la situazione: per strette stradine e tra i campi Ma Shan corre impazzito con la sua bicicletta, incontra amici, venditori ambulanti, interroga ed infine idea il giusto piano per salvarsi dalla gattabuia anche se non gli andrà tutto per il meglio. Il tutto dovendo tenere buona moglie e figlioletto oltre al capo della polizia che fino al giorno prima voleva insignirlo d'una medaglia. Curiosa e sincera miscellanea di senso del dovere ed egoismo da sopravvivenza con ritmi alternanti e momenti stravaganti: molto ben congegnato e diretto anche se sono evidenti i debiti verso il cinema d'azione d'Hong Kong e allo slapstick moderno stile Jackie Chan: una concessione al mercato occidentale o espressione della cinefilia di cui il regista si fa vanto?
Indubbiamente acerbo ma interessante sotto più punti di vista "The Missing Gun" coniuga con freschezza le proprie plurime anime d'action-comedy senza puntare troppo in alto ma divertendo. Peccato per il finale dolciastro che rovina il lavoro fin lì compiuto.

Dalla Cina con (poco) furore

Un poliziotto si sveglia dopo una sbronza e non trova più la pistola. Il problema è che siamo in Cina e l'uomo rischia il carcere e soprattutto che qualcuno possa utilizzare l'arma per uccidere.
Inizia così un viaggio contro il tempo per capire cosa è successo la sera precedente. Unico vago ricordo, una festa di matrimonio.
Il soggetto è interessante perché il film comincia subito con un mistero che cattura, ed anche la prima parte è spumeggiante, grazie al ritmo dell'azione e alla simpatia dell'attore protagonista (Jiang Wen, una star del cinema cinese). Poi, però, qualche cosa si inceppa e il racconto comincia a girare a vuoto, riproponendo le stesse situazioni e i medesimi dubbi. In poche parole manca una progressione drammatica in grado di mantenere le premesse. O, meglio, una progressione c'è, ma sembra più un tentativo di stiracchiare il più possibile un soggetto da cortometraggio per portarlo alla durata di un film. Per aggiungere mordente, infatti, la storia sfocia in un banale thriller con omicidi, assassini e presunti colpi di scena. Tra l'altro, non facilita la partecipazione nemmeno il taglio scelto dalla narrazione: parte come una commedia a sfondo sociale e si evolve prendendosi sul serio e smarrendo l'ironia dei personaggi. Questa incertezza dà allo spettatore tutto il tempo di guardare l'orologio.