VAGÓN FUMADOR

Anno Produzione2001

TRAMA

Reni suona in una piccola rock band che si esibisce nei locali notturni. Andrés si prostituisce con gli uomini. I due protagonisti si incontrano casualmente, si sentono reciprocamente attratti, fanno l’amore e insieme vagabondano per Buenos Aires.

RECENSIONI

Solitudini a confronto con morale

Due borderline nell'Argentina contemporanea: un ragazzo che si prostituisce con gli uomini e una ragazza che canta in un gruppo musicale. Per caso o per destino si incontrano in un Bancomat (luogo da lui prescelto per le sue profferte sessuali) e cammineranno per un po' insieme.
Colpisce in positivo, all'inizio, l'amoralità dei due protagonisti, ma il film non vuole essere il ritratto di una scelta di vita lontano dalle convenzioni. I due giovani, infatti, non hanno scelto la loro vita, ma sono il risultato dello smarrimento sociale e politico che li circonda. Un giudizio morale comincia quindi ad avvolgere la narrazione e a insinuarsi nel girovagare senza meta per le vie di Buenos Aires, tra amplessi a pagamento e dialoghi senza parole. E il disagio di una società, di cui i due giovani protagonisti diventano specchio, colpisce per le considerazioni che stimola ma non certo per l'originalità della rappresentazione. La parte finale, poi, affolla il film di simboli e immagini in cerca di poesia che disorientano e appesantiscono ulteriormente la visione.

Due solitudini si incrociano in una Buones Aires notturna: Andres, uomo in vetrina, vende corpo nei gabbiotti del bancomat; Reni, cantante delusa, crede fermamente nell'amore ma si deve scontrare con il cinismo stradaiolo del giovane ("Se non hai un prezzo non hai niente da offrire. Non vali niente. L'amore è solo un'altra forma di scambio"). Le distanze tra i due non spengono la voglia di capirsi, di avvicinare carne e spirito mentre si galleggia in una metropoli/acquario, ma le diversita' vincono e i giovani alla fine procederanno in opposte direzioni: Andres continuerà a battere, Reni preferirà la carrozza only smokers in corsa verso un altro futuro. La regista segue queste storie sbandate con largo uso di handycam, privilegiando le tonalità livide delle luci al neon che illuminano la notte argentina, strascicando (wong)karwaianamente le immagini, non disdegnando sequenze girate in video (o addirittura con le telecamere a circuito chiuso della banca che ospita i convegni carnali di Andres). Dietro questa confezione piuttosto rigorosa, anche se convenzionale, il fragile narrato trova alcuni momenti di autenticità ma non riesce ad andare oltre la rappresentazione di maniera di un'angoscia generazionale.