GEGE

Anno Produzione2001

TRAMA

Ah Ming cerca il fratello maggiore di cui non ha più notizie da tre anni. L’ultimo indizio, una cartolina, lo conduce in un remoto villaggio del Qinghai, nella regione cinese del Tibet.

RECENSIONI

Nella ricerca del fratello, Ah Ming si scopre un suo doppio: lega con un motociclista, che si rivela essere stato il suo migliore amico, si infatua della sua ex ragazza e ripercorrendo le tappe che caratterizzarono il suo soggiorno nel villaggio, di fatto ne perpetua il ricordo. Il fratello, figura quasi mitizzata, rivive attraverso le fotografie ormai rinchiuse in vecchie scatole, nella somiglianza di Ah Ming, nelle espressioni di quest'ultimo, in un ciondolo, unico ricordo che di lui conserva la ragazza, in una vecchia mappa della Cina ove sono segnati i luoghi da questi visitati. Ah Ming abbondonerà il villaggio, si rimetterà nelle tracce del fratello o di se stesso.
Con un'andatura lenta e sinuosa la regista consegna tutti i suoi intenti descrittivi alle atmosfere, ai silenzi e ai gesti. Girata in digitale, l'opera è un austero scandaglio interiore: echi antonioniani nelle geometriche inquadrature degli ambienti, nessuna estetizzazione nelle belle sequenze dell'altopiano, nessuna facile svolta sentimentale; anche i riferimenti al recente disorientamento culturale determinatosi ad Hong Kong sono inseriti con perfetta naturalezza, mai sottolineati o enfatizzati. Il viaggio del protagonista è evidentemente un percorso di formazione umana che assume però tinte metaforiche che, estendendone il significato intrinseco, ne arricchiscono l'ordito senza mai appesantirlo. In un equilibrato gioco in cui il presente fa intravvedere in controluce un passato di gioie rimpiante, il film piano piano svela le sue carte e quando, alla fine, vengono rinvenuti anche i filmini in Super8 girati dal fratello, il loro suggestivo montaggio ci conquista e lascia senza scampo.