TRAMA
Nell’ultima, misera baraccopoli di Hong Kong, una famiglia composta da tre uomini grassi, un giovane delinquente e un grosso maiale vive un impeto di entusiasmo dovuto alla presenza di una ragazza misteriosa…
RECENSIONI
Uomini e Porci
Racconto macabro, asperrimo, intinto di humour nero, sulla difficile convivenza di due stili di vita, l'orientale (maiali preparati artigianalmente e costruzioni abusive) e l'occidentale (fast food e grattacieli esclusivi), disperatamente misantropo, più che misogino, scettico nei confronti di ogni possibile cambiamento. Questo ritratto di un’umanità “bestiale” (e viceversa) è condotto con grande vivacità e inventiva: molte le scene memorabili, dall’accoppiamento tra i suini in cottura all’operazione chirurgica – come dire – imperfetta. Qualche intoppo nella parte finale, ma anche una grande capacità di gestire, con rigore estremo, una storia che avrebbe potuto scivolare facilmente nel ridicolo più sterile. Fulminanti i credits, marchiati a fuoco su… la pelle di un mastodontico suino.

Una vertigine dello sguardo cala sulla povertà di un quartiere di hong Kong, a ridosso del simbolo incombente della modernità e del denaro: le torri nuove di zecca della zona che irride col nome di "Hollywwod". In un ambiente sfavorevole ad ogni tipo di vita, tra rigagnoli d'acqua lercia e case di latta Fruit Chan rincorre i suoi personaggi, frizzanti e malinconici, attivi ed apatici, con guizzi grotteschi e surreali spalancando porte di un'umanità sorprendente negli slums della ricchezza tecnocratica. Bagliori di genialità e freschezza nella messa in scena, coloratissima e vivida, si offuscano però ad una più fredda considerazione: i grandi mezzi tecnici ed economici (il regista si autoproduce) abbagliano ma non persistono ed alcuni strappi poetici di raro splendore non riescono però sempre a sopperire alla discontinuità dell'insieme, anzi aumentandola.
Di incredibile spasso i titoli di testa timbrati sulla cotenna di un maiale.
