Criminale, Serie

BOARDWALK EMPIRE

NazioneU.S.A.
Anno Produzione2010
Genere
Durata5 stagioni
Sceneggiatura
Tratto daBoardwalk Empire: The Birth, High Times, and Corruption of Atlantic City, saggio di Nelson Johnson

TRAMA

Atlantic City, 1920, alba del proibizionismo. Il tesoriere della città, Enoch “Nucky” Thompson, gestisce il traffico illegale di alcolici. Gli capita quindi di dover trattare con boss mafiosi come Lucky Luciano e Al Capone. Il suo potere sembra inarrestabile, ma un giorno verrà sfidato proprio dal suo pupillo: Jimmy Darmody. Jimmy, infatti, reduce guerra, decide di allearsi con i Federali per ripulire Atlantic city dalla criminalità organizzata.

RECENSIONI

Episodio 1 di Martin Scorsese

Eccoci, con imperdonabile ritardo, a parlare dell’atteso Boardwalk Empire. Episodio 1: dirige Scorsese. 70 minuti. “Piccolo film” a tutti gli effetti? Non proprio. Diciamo che siamo a metà del guado. Altri dati: prima stagione (12 episodi) costata 60 milioni di dollari, 18 dei quali spesi per il primo episodio. Sono tanti? Magari sì per un episodio seriale, magari no per un (pur) piccolo “film di Martin Scorsese”. Il problema, se così lo vogliamo chiamare, è che nel medio non sempre sta la virtus. Il polso di Scorsese si sente, e non ci vuole molto per accorgersene. Il prologo, un flash forward chiuso sul fermo immagine dell’incappucciato Al Capone, è con tutta evidenza una riproposizione di quello di Goodfellas. Un inception che attiva i ricordi cinefili dello spettatore e lo predispone all’atmosfera propria dell’Evento, del tipo: qui si varcano le Colonne d’Ercole, si abbattono definitivamente le barriere tra piccolo e grande schermo, si ruba il fuoco agli dei dell’audio(tele)visione. Però questo pilot non convince fino in fondo, ci si sente un po’ all’Ikea in cerca di una lampada Barovier&Toso, alla fine ci si dovrà accontentare di qualcos’altro. Non che questo altro sia “brutto”, anzi. E’ solo un pochino “piatto” e ottempera forse a troppe esigenze: autorialità (scorsesiana), autoconclusione ma al contempo inaugurazione e innesco. I personaggi vengono presentati, ma si rimane nell’interzona tra lo sfaccettare (da subito) e l’accennare, in attesa di sviluppi futuri. La vicenda si avvia, ha un epilogo appena sufficiente per chiudere (in tutti i sensi) l’episodio ma forse non abbastanza “seminale” per proiettare verso l’episodio 2. Un film non troppo incisivo, insomma, e un episodio non troppo inauguralmente efficace. E però Buscemi sembra dannatamente in parte, con tutti gli altri attori al posto giusto, c’è la classica cinefilia scorsesiana (non manca la meta-sequenza nel cinema, dove si proietta un film col mitico Roscoe “Fatty” Arbuckle che sotterra una bottiglia di liquore… lui che aveva iniziato la carriera nella gloriosa “scuderia” di Mack Sennett e l’avrebbe conclusa nella disgrazia e – appunto - nell’alcol), ci sono due complesse e ottime sequenze costruite sul montaggio parallelo, entrambe con sovrapposizione audio e interposizione di più momenti narrativi significativi/significanti*, c’è uno Scorsese che non vuole (non può?) strafare ma che regala misurati eppure pregnanti movimenti di macchina (la panoramica nella camera di Nucky, aperta da un dettaglio sulla foto della defunta moglie e chiusa su Nucky a letto con l’amante,  quello avvolgente su Chalky White, dove si finisce per mostrarlo di tre quarti, elegante e minaccioso, a suggerire l’importanza/statura futura di un personaggio qui appena accennato) e inquadrature/spot/simbolo (Nucky che fissa il mare dal boardwalk, la plongée su Nucky “dal barbiere” che rimanda – visto anche il momento narrativo - a quella su De Niro/Al Capone ne Gli Intoccabili), c’è un’evidente ricerca di ampio respiro e di affresco non pienamente soddisfatta ma complessivamente gradevole (con più di un rimando all’Epica Padrinesca), c’è un’elevata concentrazione di personaggi leggendari colti sul nascere (Al Capone, Lucky Luciano), c’è una scrittura solida e dialoghi solo sporadicamente forzati. La curiosità, insomma, c’è. Per quanto ci riguarda, è focalizzata sull’approccio di Boardwalk Empire alla nuova(?!) serialità televisiva, sul suo fare i conti col proprio status, sul suo possibile crearsene – magari – uno suo di status, che non si riduca a una riproposizione dilatata ma anche, per certi versi, imitativa, (banalmente) autoreferenziale e annacquata di una nobile e consolidata tradizione cinematografica, con tutti i suoi codici, stilemi e topoi. Al momento di pubblicare questo pezzo, che si limita al Pilota di Scorsese, siamo giunti a sei episodi su dodici e continuiamo a lisciarci la barba dubbiosi. Complessivamente soddisfatti, ma dubbiosi. A fine stagione sarà il momento di un consuntivo stagionale, dove proveremo a tirare le somme.

* Nella prima sequenza, le linee parallele sembrano due ma si rivelano tre (con spettatore ingannato e suspense virata a sorpresa): ci sono 1) Jimmy Darmody e Al Capone che sterminano gli uomini di Rothstein e si impossessano del carico di liquore; c’è 2) Nucky Thompson a teatro con l’amante e 3) l’agente Van Alden e i suoi uomini che fanno irruzione in una distilleria clandestina; gli episodi 1) e 3) sembrano inizialmente uno unico, col montaggio apparentemente alternato destinato a far confluire i due livelli di azione in una sparatoria/resa dei conti “a tre gruppi”, cosa che puntualmente non avviene allorché si scopre che in realtà si tratta, appunto, di due episodi distinti e paralleli. Nella seconda sequenza, le linee narrative sono addirittura quattro e stavolta – più che l’effetto specificatamente filmico (il montaggio come espediente tecnico “ingannatore”) – Scorsese sembra interessato alla produzione di senso quasi analogica in senso ejzensteiniano. Abbiamo: 1) l’uccisione del marito di Margaret da parte di Eli Thompson; 2) l’uccisione di Colosimo (ritenuto colpevole dell’imboscata); 3) Nucky che si fa la barba, si prepara e si veste di tutto punto; 4) Al Capone che porta il carico rubato a Chicago, iniziando di fatto la sua carriera di gangster. Come si vede, la sequenza segna il vero “innesco” della serie e, in particolare, cinematografa la definitiva gangsterizzazione di Nucky, al quale Jimmy aveva appena detto “non puoi essere un gangster a metà”. E infatti, Nucky commissiona il suo primo omicidio e, mentre l’omicidio viene eseguito dal fratello, inizia la sua giornata con la “signorilità” e il distacco di un vero Padrino.