TRAMA
Matt Murdock, persa la vista in un incidente da bambino, ha acuito gli altri sensi. Diventato avvocato, dà la caccia ai criminali di notte, vestito da diavolo rosso.
RECENSIONI
I titoli di testa prendono forma da un campionamento delle mille luci di New York: la scritta “DareDevil” della pellicola di Johnson, invece, resta nella memoria con parecchie lampadine rotte. La sua sceneggiatura si muove alla cieca, alterna felici intuizioni sulla via da prendere a scandagliate senza sonar delle stesse; tocca con mano temi intriganti senza riconoscerli. Anche nella sua pellicola d’esordio, Simon Birch, raccontava l’handicap legato all’eroismo, ma sul Batman della Marvel (eroe più acrobatico che “super”) procede senza radar, incrocia e non incontra i significati (il diavolo rosso che sanguina sulla croce, la promessa che lo lega al padre, il dilemma Legge/Giustizia e Violenza/Bene) anche se promette un Director’s cut ben diverso (uscito nel 2006). Per ora il suo “Devil” (così è conosciuto da noi l’eroe dei fumetti creato da Stan Lee nel 1964) non rende giustizia al lavoro d’approfondimento operato su striscia da Frank Miller e ai rimandi allegorici (Giustizia cieca, Male a fin di Bene del gotico diavolo cattolico) secondo gli script successivi di Kevin Smith (sì, proprio quello di Clerks). Il flashback sull’infanzia, il bacio "super" (con il volto scolpito dalla pioggia) e le iniezioni d’ironia (fuori luogo più che mai in un’impostazione così dark) richiamano Spider-Man più per imitazione che per assonanze nei background dei supereroi. Eccitano la vista scene come quelle del risveglio in ospedale dopo un blackout della ripresa, delle mischie (alla caccia dello stupratore in un felice caos di soggettive radar, acrobazie in dettaglio e kung-fu) e dei duelli con Bullseye, ma accecano di rabbia l’indecisione fra i toni (riflessivi e grossolani, elegiaci e brillanti, seriosi e plateali) e l’inettitudine a raccontare e coinvolgere. La scarsa credibilità delle azioni scema del tutto dopo il pacchiano corteggiamento d’arti marziali fra Murdock ed Elektra, ma il Dracula che riposa in una bara e si confessa, Il Giustiziere della Notte senza paura entra finalmente in azione (troppi preamboli!) ed è protagonista di un appassionante amore tragico che solo un ipovedente (Johnson) poteva farsi sfuggire: Devil, odiato dall’amore, perde allo specchio. Grazia il Kingpin di colore (era bianco come il latte nei fumetti), si abbandona ai toni enfatici e annuncia impossibili resurrezioni per i seguiti.
