SWARM

"Master of disaster" lo chiamavano negli Stati Uniti: Irwin Allen, negli anni settanta, grazie al successo di produzioni come L'avventura Del Poseidon e L'inferno Di Cristallo, si era assicurato un nome ed un mercato. Almeno fino a quando non decise di fare tutto da solo, produzione e regia, con esiti…catastrofici (vedere, per credere, anche il seguente L'inferno Sommerso). Questo Swarm aveva tutto per essere un buon fantahorror catastrofico: mezzi efficaci, beatamente schifose sequenze horror, spettacolarità (22 milioni di api usate), toni apocalittici, un cast pingue di riesumati (cari ad Allen). Lo sceneggiatore Stirling Silliphant e il regista non si lasciano sfuggire l’occasione di demolire qualsivoglia attrattiva del film: approssimativo, grossolano, mancante di senso del tempo che passa (ad esempio: sequenze contigue con gli stessi personaggi in luoghi completamente differenti, quando la regia fa pensare a pochi secondi trascorsi), trama inattendibile per eccesso di effettismi. Solo chiudendo un occhio e mezzo può piacere. Un argomento simile venne sfruttato anche dal film tv Bees - lo sciame che uccide di Bruce Geller (1976).