Recensione, Western

FRED IL RIBELLE

Titolo OriginaleWestern Union
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1940
Genere
Durata95’

TRAMA

Edward Creighton guida la costruzione della linea telegrafica per la Western Union, ed è felice di assumere come esploratore Vance Shaw, con un passato da fuorilegge ma che gli è stato d’aiuto quando ne aveva bisogno. Vance, però, sa che alcuni confederati amici d’infanzia vogliono sabotare l’operazione e non dice niente al suo capo.

RECENSIONI

Secondo western di Fritz Lang del 1940 (Il Vendicatore di Jess il Bandito), pur essendo uscito l’anno dopo, è una delle sue opere più riuscite ma curiosamente mai citate o ricordate. Nonostante sia passato alla Storia come un genio delle atmosfere cupe ed espressioniste, di ambienti esotici e drammi etici angoscianti, in molti suoi film corre parallela una vena sardonica di non minor conto, che qui esplode nella prima parte, pennellando macchiette e situazioni simpatiche. C’è il cuoco buffissimo e pavido di Slim Summerville, c’è la commedia sentimentale di due uomini antitetici in competizione per la bella. Ci sono situazioni buffe e tese, come quella dell’assalto degli indiani ubriachi ma presto fa capolino anche il cruccio morale tipico di Lang, potentissimo: l’eroe di Randolph Scott non riesce a decidere se tradire gli amici per una causa giusta. Non può, scopriremo con rivelazione finale: sappiamo quanto sia caro a Lang il tema, fuggì dai fratelli tedeschi e iniziò a denunciarli in ogni dove per il loro totalitarismo con malvagità. A un certo punto, nella seconda parte, la commedia scompare e abbraccia la tragedia, fino allo showdown finale dove capita l’inatteso e le colpe si macchiano nel sangue. In un plot generoso di situazioni curiose, tratto dal romanzo del prolifico scrittore western Zane Grey e sceneggiato da Robert Carson, Lang disegna figure particolari e non convenzionali, come il capo progetto di Dean Jagger, prode e giusto, e il damerino di Robert Young, che cliché vorrebbe come inane da svezzare ma, invece, dimostra a tutti il suo valore e la sua tempra gioiosa. Tutto perfetto, fatta la tara di una scena in cui i nativi americani sono descritti come sottosviluppati (vengono convinti che il filo del telegrafo è magico e si sottomettono per paura delle scosse).