Giallo, Horror, Recensione

L’UOMO LEOPARDO

Titolo OriginaleThe leopard man
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1943
Durata69’
Montaggio

TRAMA

Nuovo Messico: un leopardo sfugge alla showgirl Clo-Clo e al suo agente Jerry e assale una ragazza. Altre due donne vengono brutalmente uccise ma Jerry è convinto che tutto sia opera, in realtà, di un uomo.

RECENSIONI

Con un titolo “bestiale” che richiama la loro collaborazione di maggior successo, Il Bacio della Pantera (il felino, leopardo nero, ricorda più quest’ultima) il produttore Val Lewton e Jacques Tourneur, più lo sceneggiatore Ardel Wray (Ho Camminato con uno Zombi) propongono, alla lontana, il romanzo “L’alibi nero” (Black alibi) dello specialista in thriller Cornell Woolrich. Il Lewton’s touch c’è tutto nelle atmosfere incantate/inquietanti costruite sulle ombre/luci di un magnifico bianco e nero (Robert De Grasse), e nella tensione sul filo di un orrore mai esibito ma costantemente presente. La progressione narrativa che disattende le aspettative dello spettatore e che in modo anomalo segue personaggi che poi abbandona, fatica però a coinvolgere, non possiede sufficienti ingredienti originali e/o ambigui per trasformare il B-movie in un oggetto di culto (quale è diventato, in seguito), il racconto ha poco fascino nonostante replichi (senza approfondirli) alcuni curiosi spunti sarcastici dello scrittore (l’invidia che serpeggia fra le tre donne del night club; la frase “Non è colpa sua” ripetuta con ironia; le morti “esemplari” con causa indiretta: due porte sbattute in faccia e una vittima dell’avidità…). Nell’unire thriller, horror e giallo, l’opera è senz’altro salda e compatta e contiene almeno due sequenze degne di nota: quella, terribile, in cui la madre non apre alla figlia mentre la stanno uccidendo e quella con la ragazza sola nel cimitero in una notte di Luna piena. Un capolavoro secondo William Friedkin.