TRAMA
Un giorno Manu viene sequestrata da un gruppo di teppisti, insieme alla sua migliore amica, e violentata. Quello stesso giorno Nadine assiste all’omicidio del suo ragazzo tossicomane. Qualcosa si rompe dentro le loro teste e commettono entrambe un delitto che cambierà per sempre le loro vite…
RECENSIONI
Thelma & Louise on steroids, potrebbe sentenziare epigraficamente qualche buontempone anglosassone. A ragione. Se si toglie a Baise moi lo scandalo della pornografia, si ha infatti l'impressione di svuotarlo di tutto e di ritrovarsi davanti agli occhi un esile (e insincero) involucro (anti)narrativo, di ricercata sciattezza stilistica e quasi "dogmatico" (in senso danese…) nell'uso di luci e colori, nel taglio delle inquadrature e nell'insicurezza dei movimenti di macchina. Sex (reale) & Violence (gratuita[?]) i temi (im)portanti della pellicola della Despentes (autrice anche della fonte romanzesca), la quale non ci/si risparmia nessun colpo basso, scorribandeggiando tra stupri quasiveri e colpi di pistola letali e rettali a un tempo. Peccato però che di tutta la oggettivamente sciocca(nte) operazione sfugga il senso ultimo, che si fatichi a cogliere il fine che dovrebbe giustificare cotanti mezzi privi di mezzi termini, che il malessere che la visione induce e produce sappia di dannatamente fine a se stesso. Cui prodest? Ci si chiede mentre scorrono i titoli di coda, quale gioco vale una candela così disturbante? Si diceva dell'elemento "pornografico", forse l'unico del film che veramente lo caratterizza: Baise moi va a nutrire la sempre più fitta schiera dei cortocircuiti logico-distributivi innescati dai film d'Autore (con la "a" più o meno maiuscola) contenenti inserti hard…dopo il precursore Oshima ci sono stati, in tempi recenti, Carax (Pola x), Ferrario (Guardami), la Breillat (Romance) o il Von Trier di Idioti (forse l'unico ad aver sfruttato in maniera intelligente [geniale?] il "fattore xxx"). Ebbene. Baise moi ha il grande (de)merito di mettere in brutta mostra la corda della tendenza, di far apparire ormai routine la scheggia impazzita e potenzialmente eversiva del sesso esplicito al di fuori dei "film per segaioli", per dirla col compianto Joe D'Amato (rip). Qui, infatti, i coiti sembrano servire solo a "tappare i buchi", a dare dignità a un'opera poco dignitosa, a "intellettualizzare" concetti fortemente sospettati di banalità, ad elevare a status di riflessione degna di tale nome un po' di veterofemminismo thelmalousiano…ma l'impressione, netta e difficile da cancellare, rimane quella di trovarsi di fronte a un'operina sospesa tra l'irrisolto e il pretenzioso con poco o nulla da dire.