TRAMA
Un sergente di ferro della Marina Militare e un pivello farabutto devono scortare un prigioniero: scoprono che è una bella bionda, la quale tenta più volte la fuga.
RECENSIONI
Dopo la cocente delusione dell’abiurato Ore Contate (sempre con Dean Stockwell), il Dennis Hopper regista si riprova nella commedia, non esattamente con l’oggetto originale che ci si aspetterebbe da un autore come lui: è una farsa di routine, cui di certo non giova il paragone con L’Ultima Corvé di Hal Ashby (1975), amaro apologo antimilitarista, che “Chasers” rispecchia nelle situazioni. La sceneggiatura degli esordienti al cinema Joe Batteer e John Rice inserisce (solo) una bomba sexy e gioca (solo) con il buddy-movie maggiorato per tre (il sergente ligio al dovere, la bella fonte di guai, il pivello deviante). Dennis Hopper riesce a trasformare questo disimpegnato intrattenimento (la fotografia solare con colori vivaci annacquati “inquadra” subito lo spirito del film) in un altro dei suoi apologhi/manifesti sulla Ribellione (“Unica regola è che non ci sono regole”), sfruttandone i risvolti erotici (in cui dimostra sempre una buona mano), tornando alla prediletta forma del road-movie (cui sa abbinare un soundtrack rock) e divertendosi a fare satira a cavallo dei suoi tipici personaggi bizzarri, volutamente (e felicemente) arrischiati su di un precario equilibrio di toni: dai due marinai attaccabrighe, fino al carattere che riserva a se stesso come interprete, un gustosissimo e perfido commesso viaggiatore chiamato “Dog” (perché ansima voglioso come un cane…), specializzato in articoli da pervertiti. Gli altri ruoli li regala a molti volti noti del (suo) cinema, mentre le situazioni paradossali della vicenda (anche confusa, artificiosa) offrono qualche brano degno di nota (fatta la tara della palese pubblicità ai “Tampax”): il furgone arrampicato sul finto vulcano, i contrappunti ironici provenienti dalle immagini televisive, la sequenza della tartaruga voltata sul dorso.