TRAMA
1861: un macchinista di treno non viene arruolato affinché mantenga la sua mansione durante la Guerra Civile, con grande delusione della sua fidanzata che non lo vuole più vedere. Ma quando gli rubano la locomotiva (“Il Generale”) insegue i nordisti.
RECENSIONI
Buster Keaton (vedi La Legge dell'Ospitalità) gioca ancora con i treni a grandezza naturale, li fa deragliare senza trucchi, compone buffe geometrie con gli scambi ferroviari. A differenza delle pellicole precedenti, però, concentra maggiormente l’attenzione sul racconto avventuroso in sé (ispirato a un fatto realmente accaduto, trasposto anche da Disney, qui tratto dal romanzo di William Pittenger) e seduce più con l’ironia sottile concernente il rapporto con l’altro sesso e l’uomo in armi (dissacra l’epica dell’uniforme, l’etichetta militare e la corsa agli armamenti) che con l’utilizzo di scene spettacolari (la locomotiva che precipita dal ponte) e gag audacemente ingegnose. Convoglia il proprio genio sul fattore umano e lascia agli eserciti in lotta la magniloquenza di superficie (è emblematica la sequenza in cui sfilano alle sue indifferenti spalle la ritirata sudista e la vittoria nordista). Non la locomotiva ma la donna è il motore del viaggio e dei suoi spostamenti. È delizioso, ad esempio, il gesto (la scena in cui prima strozza poi bacia la Mack) con cui rende palese il rapporto d'amore/odio con l'altro sesso, da sempre rincorso e salvato. La figura femminile ispira tenerezza (vede un buco nel legno e lo getta via credendolo avariato; prende la scopa e spazza per terra, vittima di un riflesso incondizionato) e fa dannare (è lei a spingerlo ad arruolarsi in una guerra cui non è interessato). L’oggetto desiderato è d’amore al di là delle sue manifestazioni (il personaggio è tignoso come pochi), rappresenta il cuore di tutta la pellicola, in una contraddittoria e affascinante fusione di misoginia e fatale attrazione. Girato, nei luoghi dove si svolsero i fatti, a quattro mani con Clyde Bruckman, il suo sceneggiatore di fiducia all’esordio, il film fu un fiasco sia di pubblico sia di critica: d’ora in poi, almeno nominalmente, Keaton non firmerà più la regia.