TRAMA
Uno scienziato aiuta un venusiano ad atterrare sulla Terra e a prendere il controllo delle autorità.
RECENSIONI
Un Corman agli esordi, capace di girare anche otto film l'anno a costi esigui (qui gira in cinque giorni), sfruttando gli exploit di pellicole di serie B più note: il titolo originale richiama "It came from outer space" (Destinazione Terra) di Jack Arnold, mentre l'idea del controllo dei corpi riecheggia il contemporaneo Invasione degli Ultracorpi. Si parla di spazio, alte tecnologie ed alieni, ma tutto quel che c'è dato vedere sono una manciata di interni miseri, una consolle che non sarebbe in grado di far atterrare un aquilone ed un mostro di cartapesta rubato ai carri di un carnevale (povero). L'ingenuità e la grossolanità, le stesse che il visionario personaggio di Lee Van Cleef rimprovera al genere umano, la fanno da padroni anche dietro alla macchina da presa e la versione italiana è più stolta del film stesso: sentire per credere quando Peter Graves, serio, dichiara di aver lasciato l'auto "A 2000 Km da qui" (!). Eppure l'idea delle “razze" volanti parassite è stata ripresa da un successivo episodio di Star Trek, il regista Larry Buchanan ha avuto il coraggio, nel 1966, di farne un remake col nome di Zontar e Frank Zappa lo omaggerà in “Cheepnis”. Il clima da Guerra Fredda c'è tutto, con la fobia delle menti lobotomizzate, dei traditori "interni", con l'alieno che addossa subito la colpa ai "comunisti" e l'umano che, dopo aver disquisito su emozioni e razionalità, reclama in modo pomposo l'etnocentrismo della sua razza, la più grande dell'universo…È un tocco inconfondibile di Corman l'idea di armare la donna e mandarla, per prima, in azione contro il nemico, anche a costo di rendere tutto inverosimile (non avverte Graves del pericolo, non cerca il suo aiuto): è sempre stato pronto, da un lato, a svecchiare i ruoli femminili classici, dall'altro a trarre vantaggio (platea) da un corpo muliebre in versione sexy (vedi la scienziata in sottoveste).