Criminale, Recensione

IL DOMINATORE DI CHICAGO

Titolo OriginaleParty girl
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1958
Genere
Durata99’

TRAMA

Chicago, anni trenta: la ballerina Vicki e il claudicante avvocato della malavita Thomas Farrell s’incontrano ad un party e si amano. Forti del loro sentimento, cercano di redimersi da un passato sporco.

RECENSIONI

Nicholas Ray, nel panorama degli artigiani-autori-esecutori di Hollywood, era un cineasta differente, meno superficiale, poco convenzionale e con una personalità filmica palpabile: dettagli insoliti (il gangster Rico Angelo, in italiano trasformato in Johnny Gallagher, in sospetto di omosessualità), tocchi di classe nella messinscena figurativa e nei dettagli psicologici, direzione impeccabile degli attori. È la sua regia vigorosa, magnificamente abile nel donare spessore al racconto e sguardi introspettivi ai personaggi, a ritagliare dalla massa questo gangster-movie banale nelle sue maglie, con tanto di love-story drammatica. Come il finto western Johnny Guitar, questo è un finto film criminale (è parca, infatti, l’azione ma con una violenza davvero insolita per l’epoca: sanguinose lotte fra bande, una carneficina nel finale ma anche l’ironia della scena in cui Lee J. Cobb spara contro la foto di Jean Harlow): è la storia d’amore ad avere la meglio, declinata in mélo con colori passionali, astratti (grande uso espressionista del rosso, del viola) e voglia di musical in cinemascope (due esotici numeri di danza: “The Blues” e “The Drum”). Gli eroi sono esseri che hanno perduto se stessi nella disillusione e abbracciano uno la solitudine dell’altro per riscattarsi (stesso tema di Johnny Guitar e leit motiv di tutta la filmografia di Ray) e risalire la china del cinismo che li ha sprofondati così in basso.