TRAMA
RECENSIONI
Uno dei pochi virtuosismi presenti in One Night in Miami è in apertura: la macchina da presa fluttua velocemente sugli spalti di un Miami Beach Convention Center gremito di persone per posizionarsi all'interno di un ring. Lì Cassius Clay, con un'esuberanza quasi aliena per quel mondo, sta per entrare nella storia dello sport vincendo in maniera schiacciante il titolo di campione del mondo ai danni di Sonny Liston. Con quel movimento di macchina, energico quanto un diretto del futuro Muhammad Ali, Regina King entra con decisione all'interno del perimetro di gioco perché sa che sta per mettere in scena uno degli incontri più decisivi e significativi degli ultimi decenni e poco importa che questo si sia svolto nella camera di un motel e non in un palazzetto. Quattro tra le figure black più importanti degli anni Sessanta - oltre al già citato campione di boxe, con lui Malcolm X, il cantante Sam Cooke e il giocatore di football americano Jim Brown - pronte a lottare per i diritti della comunità afroamericana, ognuno a suo modo, ognuno con le proprie idee, come uomini e fratelli prima ancora che come icone.
Quello rappresentato in One Night in Miami è però un incontro senza vincitori: sono solo quattro amici che possono dire la loro liberamente, capaci di accettare le inevitabili differenze ideologiche e al contempo di rendersi conto dell'importanza di un'unione di intenti in vista di un ideale condiviso. Regina King si mette al servizio del bellissimo testo teatrale di Kemp Powers per lasciare che ognuno dei propri personaggi sia in grado di affermare la propria unicità, mettendo in risalto in questo senso l'importanza del saper accogliere le esperienze e le sensibilità specifiche di ciascun membro della comunità. Il punto d'arrivo non può essere ovviamente diverso dal raggiungimento della consapevolezza che il momento del cambiamento è ora, oggi quanto nel 1964. Però quel che One Night in Miami riesce a fare con estrema intelligenza è non concentrarsi sulla meta quanto sul viaggio: su quel momento in cui Malcolm X, Cassius Clay, Sam Cooke e Jim Brown erano insieme per confrontarsi, condividere, litigare, ripensarsi e tirare fuori il meglio da sé. Per constatare che a distanza di decenni la storia non ha ancora smesso di ripetersi e che quei discorsi incentrati sul cambiamento hanno oggi la stessa importanza.
