TRAMA
1863: evasi da un campo di prigionia sudista su di un pallone aerostatico, naufragano su di un’isola popolata da animali giganteschi, dimora di un poco ospitale Capitano Nemo.
RECENSIONI
Sarà, come minimo, la decima versione cinematografica del romanzo di Jules Verne (seguito di 20.000 Leghe Sotto i Mari), la più nota delle quali è quella di Cy Endfield (1961): produce la benemerita Hallmark-TV, che ha una buona tradizione fantasy con discreti budget, per attori e registi di seconda fila. Purtroppo, bastano pochi fotogrammi per capire a cosa si è di fronte: i cieli sono trattati con filtri colorati e l’effetto speciale principale di tutta l’opera è la sovrimpressione che si utilizzava negli anni cinquanta. La sceneggiatura, oltremodo standard, pare scritta da due scolari: ogni evento è prevedibile, ogni dialogo, ogni profilo psicologico è stereotipato, la drammaturgia è noiosa, si dilunga e stiracchia su personaggi sciocchi (vedi il pavido colonnello), ha modi da “Lost” (il serial) ma senza mistero, è per lo più inverosimile (quando Kyle MacLachlan accende il macchinario di Nemo senza sapere di cosa si tratti) e frulla di tutto a livello superficiale (Isola del tesoro con pirati compresa).