Recensione, Thriller

BODY OF EVIDENCE

NazioneU.S.A.
Anno Produzione1992
Genere
Durata95’
Sceneggiatura

TRAMA

Un avvocato difende, in tribunale, l’amante bionda di un milionario, accusata di avergli causato l’infarto con l’uso della cocaina e di giochi erotici estremi.

RECENSIONI

Passo fatale nella carriera, già lanciata, del crudo Uli Edel che, con Cristiana F. e Ultima Fermata Brooklyn, si era distinto come una delle voci più originali del suo periodo: siamo di fronte al consueto thriller erotico con dramma giudiziario a effetto, poggiato su colpi di scena poco credibili, ammiccamenti vari e un soggetto poco originale (vedi Testimone d'Accusa). Contiene, però, un insolito punto di vista sulle perversioni sessuali: è come se Edel tentasse di riscattarle, ponendosi contro l'ipocrita bigottismo. Peccato che, anche per problemi di censura, non abbia potuto approfondire il tema, restando “pulito” e poco provocatorio secondo i propri standard e peccato che, per limiti personali, non abbia saputo aggirare tagli e restrizioni come un Paul Verhoeven: finisce per rimangiarsi le premesse con un sgraziato finale in cui la protagonista espia la propria “impurità”; di conseguenza, nella sua incoerenza, l’opera si appiattisce a mera merce atta a scandalizzare e vendersi. È andato male, quindi, anche il tentativo della popstar Madonna di benedire la propria immagine di spregiudicata sessuale.