TRAMA
Seconda Guerra Mondiale: affondata la loro nave, i superstiti su scialuppa di salvataggio salvano dall’annegamento un passeggero del sommergibile che li ha colpiti, salvo scoprire che, con l’inganno, questo manovra per consegnarli al nemico.
RECENSIONI
Alfred Hitchcock, a inizio carriera, frequentava più il melodramma che il thriller e qui, prendendo spunto da un soggetto di John Steinbeck (ai tempi corrispondente di guerra: disconobbe il film per come il regista dipinge il sindacato e il carattere del nero), pare tornare sui suoi passi, pur non rinunciando al tema del topo in trappola e alla suspense della sopravvivenza. Il testo offre, sotto le righe (ma neanche troppo), uno scontro ideologico fra democrazia e fascismo, fra potere del calcolo spietato (il tedesco) e quello più umanitario, che s’affida al cuore e alla morale. Altri temi hitchcockiani che ritornano: quello del sospetto, dei personaggi doppi, degli eroi che non si rivelano tali spiazzando, nel meccanismo d’identificazione, lo spettatore e le sue certezze. In fondo, è un film “da camera” su scialuppa, con un senso claustrofobico ingigantito dall’incombenza dell’oceano sterminato.