TRAMA
Federico è stato lasciato da Vittoria, ed è distrutto. L’amico Dario lo porta con sé in una tournée teatrale, ma non sa come confessargli che con Vittoria, ora, ci sta proprio lui.
RECENSIONI
Dopo Marrakech Express, Gabriele Salvatores torna su temi a lui cari: l'amicizia virile fra trentenni allo sbando, l'on-the-road (non più esotico ma fra Umbria e Puglia) scandito dalla musica contemporanea, il rapporto con il teatro che gli ha dato i natali (è tra i fondatori del Teatro dell'Elfo di Milano) e gli ha permesso d'esordire al cinema (adattando la propria riduzione rock di Shakespeare in Sogno di una Notte d’Estate nel 1983). Quella che può apparire come una semplice commedia si fa notare, in realtà, per la freschezza narrativa e per le dosi d'ironia intelligente, sa osservare il quotidiano drammatico con realismo e mitigarlo con il distacco fornito dall'umorismo. La direzione degli interpreti è, come sempre, la qualità migliore del regista: nonostante la leggerezza con cui tratteggia i sentimenti dei personaggi, grazie a recitazioni spontanee e come "vissute" direttamente sullo schermo, ottiene sfumature ben più pregnanti. Diego Abatantuono è impagabile, bravo anche Fabrizio Bentivoglio (che ha collaborato alla sceneggiatura). Meglio la prima della seconda parte, più semplicistica e prevedibile. Echi di Jules e Jim di Truffaut (Vittoria: “Voi due insieme siete un uomo perfetto”), uno degli autori preferiti da Salvatores.