TRAMA
Annie Oakley sfrutta il proprio talento con la pistola per prendere quaglie. Il borioso Toby Walker la sfida: lo lascia vincere perché se ne innamora e lo difende anche quando, scritturati nello show “Wild West” di Buffalo Bill, lei è una star e lui inviso a tutti.
RECENSIONI
Opera davvero peculiare: molto prima che il genere western fosse destrutturato dalla Nuova Hollywood (e prima di Buffalo Bill e gli Indiani di Robert Altman), questo anti e/o non-western in commedia di George Stevens, mettendo a lungo in scena lo show del Colonnello Cody, ritrae un Far West già spettacolarizzato, ridotto alle sue coordinate da baraccone, appianando odi, violenze e differenze. Stevens innesta commedia e sentimento nell’insolito e metatestuale “selvaggio” west di Buffalo Bill: il simpatico personaggio di Toro Seduto è protagonista delle gag migliori, dal modo in cui usa la camera d’albergo al geniale, slapstick tocco finale, in cui gira vestito di piume e con ascia per le strade di New York, irrompendo nello show con un calesse per riunire due cuori. Attraverso la realmente esistita figura di Annie Oakley che, denigrata, spara meglio di un uomo, la proverbiale lotta fra i sessi caldeggia la parità femminile (il regista ne era un alfiere: negli anni trenta ritraeva donne tutte anticonformiste) ma guarda anche oltre, nel momento in cui il gradasso ed antipatico Toby Walker di Preston Foster è oggetto di ingiuste derisioni. Se, agli occhi della critica, il regista si rivelò nello stesso anno per il sentimentale e delicato Primo Amore, anche in quest’opera riesce ad amalgamare le sue migliori qualità, quelle da gagman cresciuto sotto Hal Roach, da coinvolgente cantore dei sentimenti e da inventore di una commedia sofisticata in nuce.