TRAMA
1866: una carovana di pionieri, traghettata da un battello a vapore, deve raggiunge le terre agognate dell’Oregon sotto la guida di un bandito redento che, però, lungo il cammino incontra un ex-compagno di malefatte.
RECENSIONI
Il tocco inconfondibile, nel western, di Anthony Mann: opere dall’impianto solido, con drammaturgia all’apparenza sobria e senza eccessi che, invece, ordiscono parabole articolate e appassionanti puntando, prima di tutto, sul disegno del carattere protagonista con annessa problematica morale. In questo caso, prendendo spunto da un romanzo dell’anno prima di Bill Gulick sceneggiato da Borden Chase, ci si chiede se un ex-malfattore possa cambiare natura ed esistenza: tema insolito nel genere. I meravigliosi paesaggi in technicolor dell’Oregon e i princìpi morali insiti non sono disgiunti, c’è una correlazione allegorica nel saggiarne gli umori. La bravura dei due interpreti protagonisti si misura anche nel modo in cui riescono a non far trasparire fino in fondo cosa è sedimentato nei loro animi: da un lato James Stewart, al secondo di cinque western con il regista dopo Winchester ’73, dall’altro George Kennedy, perfetto per l’insolito ruolo antagonista che si rivela tale solo nelle ultime battute. Un incanto anche Julie Adams, nel ruolo della figlia del capo carovana.