TRAMA
Il mercenario texano Hogan, al soldo dei juaristi in Messico, salva una suora da tre banditi: è diretto a un appuntamento con un colonnello, per aiutarlo a espugnare un forte francese, ed è convinto che lei abbia informazioni importanti in merito.
RECENSIONI
L’Anima e la Carne western e in commedia: Don Siegel, dopo il virile L’Uomo dalla Cravatta di Cuoio, si riaffida al complice Clint Eastwood (produttore) per un film (più che un ruolo) brillante, portando alla luce, più di Sergio Leone (di cui “affitta” il musicista Ennio Morricone e certi toni), la vena autoironica del classico tipo taciturno/sicuro di sé dell’attore. L’alchimia fra i due protagonisti (tensione erotica vecchio stile) è innegabile, in un classico duetto dei sessi da commedia sofisticata (ripassando La Regina d’Africa), e il loro on-the-road (abbastanza) colmo di pericoli e sorprese, stagliate in un deserto messicano ‘esotico’ grazie ai filtri fotografici di Gabriel Figueroa. Ma era tutt’altra cosa il soggetto del regista western Budd Boetticher, che non si fece problemi a dichiarare il proprio disgusto nei confronti di un adattamento che, fra l’altro, trasformava la sua aristocratica messicana in suora da Irma la Dolce: Eastwood avrebbe dovuto girarlo con Elizabeth Taylor ma Shirley MacLaine, alla fine, si mangia il film. La sceneggiatura della “lista nera” (nel maccartismo) Albert Maltz non è irresistibile e lo stesso Siegel ammise le “concessioni” commerciali del prodotto finito. Saggio di bravura tecnica: l’assalto al forte francese di Chihuahua è composto di ben 120 inquadrature da differenti angolazioni.
