TRAMA
Seattle: due detective della polizia, Bill e Chris, sorvegliano l’appartamento di Maria, fidanzata di un criminale evaso, nella speranza di acciuffarlo. Chris sta vivendo la fase del divorzio con la moglie e, a forza di osservarla, se ne innamora.
RECENSIONI
Di buon successo critico e al botteghino (seguito: Occhio al Testimone), l’opera segna il definitivo abbandono, da parte di John Badham, di un cinema di genere (anche) impegnato: inizia qui, infatti, il sodalizio con lo sceneggiatore e produttore Jim Kouf, che fornisce un convenzionale ma simpatico poliziesco che, come Tuono Blu, accosta violenza (la brutale evasione in apertura) e una divertente commedia, più standard quando poggiata sul buddy movie con i due detective (Emilio Estevez non ha talento), superiore quando le complicazioni sentimentali moltiplicano gli equivoci e l’osservatore perde la neutralità, deve giustificare le sue ‘visioni’ all’osservata e, in un crescendo paradossale, inventarsi un alter-ego in qualità di osservato (buona idea motrice di Kouf). Se La Finestra sul Cortile non porta a riflessioni sardoniche sull’atto voyeuristico, le premesse giungono al canonico ‘duello finale’ dove in palio non c’è solo la Giustizia ma anche l’Amore. Richard Dreyfuss, che aveva già lavorato con Badham nel notevole Di chi è la Mia Vita?, e Aidan Quinn (l’assassino con charme del bad-guy che affascina Maria) regalano ottime interpretazioni, mentre Madeleine Stowe è perfetta come oggetto scopico del desiderio.