Commedia, Drammatico, Recensione

DAFNE

TRAMA

Dafne è una trentacinquenne affetta dalla sindrome di Down che ama lavorare al supermercato e non le manda a dire a nessuno. Resta sola col padre: decidono di raggiungere a piedi la tomba della madre in campagna.

RECENSIONI

Come i due agenti della guardia forestale, si è conquistati dalla verve sfacciata e innocente di Dafne/Carolina Raspanti, corpo vitale su cui poggia il nuovo lungometraggio di finzione di Federico Bondi, a distanza di dieci anni dall’esordio Mar Nero (con superamento del lutto e nonna biografica; questo è dedicato alla madre). Nella progressiva conoscenza del diverso (film compreso), impera in principio il pregiudizio sul minimalismo esangue dove è impossibile distinguere l’inizio del documento sull’attrice e la fine dell’affabulazione. Ma mentre Dafne/Carolina conquista gli spazi, sorprende che non siano attivati pietismo, carineria e sensibilizzazione. Il pregiudizio lavora sempre: si sospetta l’ipocrita scelta di tagliare espressioni e azioni sintomatiche dell’alterità di chi soffre della sindrome, magari scegliendo porzioni che restituiscano una figura in tutto e per tutto normale, al limite meramente eccentrica. È Carolina o Dafne? Infine non ha importanza, perché non è un film sulla sindrome ma con la sindrome. È palese ci sia la fabula, da cui anche il pregevole mix di commedia e dramma, ma Bondi ha in mente un racconto che adatta a Carolina (veramente impiegata all’Ipercoop di Lugo di Romagna), ai suoi modi, al suo carattere, alle sue battute (qualcuna evidentemente troppo “scritta”): un film su Dafne, non su Dafne che ha la sindrome. Carolina e Dafne ripagano scuotendo dal torpore padre e spettatore, perentorie ma capaci di tenerezza e fanciullesca saggezza (il respiro della mamma), peperine che strillano cosa vogliono e non, cantando l’inno alla vita (“E da qui” di Nek) fra moti di stizza e dolcezza, entusiaste e spassose. Alla fine, in un on the road allegorico, dissipano la tristezza del vedovo come la ‘mongoloide’ appena nata aveva dissipato quella del padre deluso (il toccante racconto alla ristoratrice).