
(dal 1° maggio al 31 luglio 2019)
Se la memoria non mi inganna è la prima volta da quando scrivo il Barometro che i tre mesi del trimestre considerato hanno tutti segno positivo. Visto il trionfo degli Avengers e il confronto con la tabula rasa estiva del 2018 non era impossibile prevederlo, ma nemmeno così scontato; il fatto che qualcuno si alzi dal divano, decida di uscire di casa, ritorni indietro per vedere se ha spento le luci e varchi le tende (anche se ormai non ci sono più) di una sala cinematografica, scontato non lo è mai. Comunque sia gli ultimi tre mesi della stagione sono stati positivi, l’iniziativa Moviement (tutto il mondo dell’industria cinematografica compatto per il rilancio del cinema 365 giorni all’anno) è partita con un cauto ottimismo per poi trovare conferme grazie a Spider-Man: Far From Home e al suo successo immune al meteo. Tutto bene quindi? Abbastanza considerando i numeri, ma la diffidenza è giustificata perché dietro il/i blockbuster il più delle volte c’è ancora il vuoto. Questo significa che ci sono esercenti in sofferenza, o che hanno preferito chiudere durante l’estate, vista anche la concorrenza imbattibile delle arene e delle tante proiezioni gratuite sparse per la penisola. Un esempio significativo può essere quello della città di Bologna, una delle dodici capozona, quindi importante come termometro del cinema in sala: a fine luglio, per la prima volta, escludendo le arene estive, solo una sala cinematografica risulta aperta; paradossale che ciò avvenga proprio nell’estate del rilancio del cinema in sala.
Determinante per il segno più anche il clima, quest’anno, con i suoi repentini sbalzi fino a giugno inoltrato, particolarmente incline al cinema e al buio della sala.
Prima di entrare nel dettaglio dei singoli mesi e delle sorprese che ci hanno riservato, però, le imprescindibili fonti: Cinetel, Boxofficemojo, Anec, Cineguru, Giornale dello Spettacolo e BoxOfficeBenful. Si ricorda inoltre che le percentuali sono calcolate rispetto allo stesso periodo del 2018 e i dati sono aggiornati, ove possibile al 31 luglio 2019, ove impossibile alla data più vicina.
MAGGIO
Il mese in cui non troppi anni fa i cinema cominciavano a chiudere per ferie diventa uno dei più remunerativi dell’anno: +40,27% gli incassi e +38,7% le presenze. Il merito è soprattutto di Avengers: Endgame che, come sottolineato nel precedente barometro, in soli sette giorni di programmazione è riuscito a raggiungere il secondo posto del box-office stagionale e nel mese di maggio ha modo di consolidare il suo incredibile risultato scalzando, ma solo negli incassi, il vero fenomeno, perché inatteso, della stagione: Bohemian Rhapsody. La Disney monopolizza il mese grazie anche all’arrivo a fine mese di Aladdin. Stupisce, poi, il successo di Pokémon Detective Pikachu, così come l’amore incondizionato per John Wick al suo terzo capitolo. Sottotono, invece, la partenza di Rocketman. Il risultato più sorprendente, però, proviene dal festival di Cannes dove vengono presentati in concorso, ed escono parallelamente nelle sale italiane, Dolor y Gloria e Il traditore. Due opere importanti che diventano tra i maggiori successi stagionali del cinema d’essai; per quanto riguarda il film di Bellocchio, anche del cinema italiano. Tra gli altri titoli presentati nel mese si difende egregiamente Stanlio e Ollio e ha modo di farsi notare, anche rispetto agli altri mercati in cui è uscito, Attacco a Mumbai – Una vera storia di coraggio (933 mila euro in 279 sale), mentre colpisce il flop de Il grande spirito di Sergio Rubini (295 mila euro in 216 sale) che di sicuro non ha beneficiato del trailer scacciapubblico. Sostengono molto i feriali gli eventi, ormai con un pubblico di nicchia consolidato che li attende e fruisce con grande interesse, ma solo Dentro Caravaggio (341 mila euro) ha modo di distinguersi dal 27 al 29 maggio, in cui è stabile per tutti e tre i giorni al terzo posto del box-office giornaliero. Allo straordinario risultato del mese di maggio ha indubbiamente contribuito la situazione climatica con piogge e temperature inaspettatamente basse, più vicine all’autunno che alla primavera, che hanno favorito il trionfo della sala cinematografica nelle preferenze degli italiani per i momenti di svago.
GIUGNO
Con il mese di giugno comincia il vero banco di prova dell’estate, non subito però, perché le prime settimane sono a clima intermittente con una variabilità che aiuta le sale cinematografiche. Quello che non aiuta sempre è la programmazione: Pets 2, X-Men: Dark Phoenix, La bambola assassina, si dimostrano meno solidi del previsto e non decollano non solo da noi, ma da nessuna parte, a partire dal mercato americano. Non ingranano nemmeno le poche scelte un po’ più d’essai (I morti non muoiono, Beautiful Boy, Juliet, Naked – Tutta un’altra musica), men che meno il cinema italiano (Il grande salto, A mano disarmata). Per non parlare del d’essai tout court (American Animals, Sir – Cenerentola a Mumbai, Climax). A farne le spese, nel primo fine settimana davvero bollente, è anche il meraviglioso Toy Story 4. Il risultato del mese finisce quindi per essere comunque positivo (+12,63% gli incassi e +14,17% i biglietti venduti) ma continua a mancare quel grande successo in grado di dare una svolta decisiva alle percentuali. Nel 2018 Jurassic World – Il regno distrutto è stato l’unico film del mese di giugno davvero forte con incassi, però, capaci di sostenere il mercato; basta pensare che l’anno scorso in alcune giornate il blockbuster sui dinosauri ha avuto, da solo, un incasso superiore a quello della somma dei primi tre classificati delle stesse giornate del 2019. Un chiaro segno del poco appeal dei titoli proposti quest’anno. Tra i pochi exploit del mese Arrivederci professore (1,4 milioni di euro), uscito quasi ovunque on demand e da noi in grado invece di distinguersi grazie alla sua trasversalità: Johnny Depp in Italia piace ancora a tutti e l’aria da “attimo fuggente”, anche se in versione discount, attira come il miele le api.
LUGLIO
Il mese comincia con un po’ di preoccupazione perché i risultati non esaltanti di Toy Story 4, e del mese di giugno in generale, fanno temere il peggio. A Ciné, a Riccione, dove esercenti e distributori si incontrano annualmente per parlare dei risultati della stagione e dei nuovi film in arrivo fino a Natale, si respira un’aria di moderato entusiasmo. Le istituzioni invocano l’ottimismo, gli esercenti mugugnano in silenzio. Per fortuna a spazzare via ogni ruga sulla fronte e a rassicurare anche i più scettici arrivano prima Annabelle 3 e poi Spider-Man: Far From Home. Quest’ultimo, soprattutto, fa tirare un respiro di sollievo a tutti. Per capire la portata del fenomeno basta pensare che il 10 luglio, giorno in cui debutta sugli schermi, il box-office segna un +481,6% rispetto alla stessa giornata del 2018. Tutto il mese sarà condizionato dal film Marvel (ma distribuito da Warner Bros) che resta primo al botteghino fino all’arrivo di Men in Black: International. Ottima, poi, la scelta di fare uscire nella canicola estiva il pasticcio Serenity che in un periodo differente avrebbe di sicuro sofferto la concorrenza di titoli più riusciti, mentre nel solleone fa parlare più del previsto e raggiunge il milione di euro grazie soprattutto al cast e a un twist dalla resa discutibile. Arrivano invece, con quell’aura di fondi di magazzino impiazzabili altrimenti e con risultati modesti, titoli come Escape Plan 3, Welcome Home (quasi ovunque direct to video o on demand), oltre al rinnegato (dallo stesso regista causa tagli di oltre mezz’ora) Domino di Brian De Palma (anche lui quasi ovunque solo on demand). Va meglio al problematico Edison – L’uomo che illuminò il mondo, in giro da un paio d’anni e con la sfortuna di essere uno degli ultimi titoli prodotti dalla The Weinstein Company prima degli scandali che hanno allontanato dalle scene Harvey Weinstein (negli U.S.A. dovrebbe uscire in ottobre). La mancanza di concorrenza d’essai e la presenza di Benedict Cumberbatch gli consentono di raggiungere nel nostro paese gli 850 mila euro. Il problema è quindi che dietro al blockbuster, o presunto tale, di turno c’è il vuoto e non è ancora dato capire se dipende dal fatto che sono soprattutto giovani e famiglie a riempire le sale mentre il pubblico più agée è in via di estinzione, oppure se è l’assenza di cinema italiano e cinema d’essai ad allontanare una certa parte del pubblico. Sta di fatto che l’offerta sembra radicalizzarsi verso un cinema mainstream che rischia di massificare un po’ i gusti e di allontanare chi è, o si sente, meno omologato. C’è da pensarci su. L’apparenza dei numeri, però, è di grande conforto: al 28 luglio il botteghino segna +122,59% per quanto riguarda gli incassi e +82,58% per le presenze.
Nel week-end di fine mese, grazie anche a un clima incerto, parte discretamente Men In Black – Internazional (1,1 milioni di euro in 580 sale), mentre è un po’ sottotono il debutto dell’horror d’autore Midsommar (218 mila euro in 257 sale).
BOX OFFICE DAL 1° AGOSTO 2018 AL 31 LUGLIO 2019
Posizione – Film – Incasso – Presenze
1 AVENGERS: ENDGAME – € 30.268.829 – 4.095.889
2 BOHEMIAN RHAPSODY – € 28.966.009 – 4.136.537
3 ALADDIN – € 15.289.523 – 2.384.083
4 ANIMALI FANTASTICI: I CRIMINI DI GRINDELWALD – € 12.785.487 – 1.828.899
5 HOTEL TRANSYLVANIA 3 – € 12.258.137 – 1.936.243
6 IL RITORNO DI MARY POPPINS – € 12.162.037 – 1.829.732
7 GLI INCREDIBILI 2 – € 12.060.384 – 1.878.081
8 DUMBO – € 11.169.045 – 1.995.550
9 RALPH SPACCA INTERNET – € 10.849.153 – 1.683.739
10 AQUAMAN – € 10.766.030 – 1.537.441
Ultimo trimestre all’insegna quindi dell’ottimismo. Andare al cinema d’estate – nonostante la conformazione geografica del nostro territorio, le abitudini radicate, le concorrenze le(g)ali e sleali, le mille alternative – si può. In questo anno, in cui si è creata un’iniziativa apposita, Moviement, per giungere a un cambiamento non solo teorico ma tangibile, i risultati si sono fatti sentire. Dapprima senza picchi d’entusiasmo, poi con numeri sempre più convincenti. Dietro alle cifre positive, però, rischiano di crearsi sacche di insoddisfazione, soprattutto da parte delle monosale cittadine che hanno meno modo di differenziare il prodotto e di chi propone un cinema minimamente alternativo rispetto al titolone del momento. Colpisce come sia anche la fortuna di prevedere i capricci del meteo a determinare successi e insuccessi. Il primo fine settimana di canicola ha penalizzato Toy Story 4 (primo week-end a 1,59 milioni di euro in 815 sale) e una fine maggio autunnale ha contribuito invece a valorizzare Aladdin (primo week-end a 5,6 milioni di euro in 908 sale): son quasi sempre i primi giorni in cui si determina il successo di un film, difficilmente la seconda settimana si mantengono le stesse cifre, ancor meno alla terza e il più delle volte non c’è una quarta.
Tra i dati significativi del trimestre, e a questo punto della stagione, si segnala l’uscita dalla top-10 di Captain Marvel, scalzato dall’irruenza di Aladdin che raggiunge direttamente il podio in terza posizione. In pratica uno scambio di posizioni tra titoli Disney che, come preventivato, finisce per dominare la classifica stagionale con 6 film. A farne le spese è Warner Bros (3 film) che aveva dominato invece nel 2018, mentre il vero outsider è 20th Century Fox che ha distribuito il film più visto della stagione: Bohemian Rhapsody. Lo batte come incassi, grazie al 3D e a una politica di prezzi maggiorati, Avengers: Endgame, ma i superpoteri non sono stati sufficienti a colmare una differenza di circa 40.000 spettatori a vantaggio del film celebrativo del mito dei Queen.
Se nel terzo trimestre, in pochissimi giorni, aveva sfiorato il podio stagionale, nel quarto Avengers: Endgame consolida il portentoso risultato raggiunto. La politica del film è “tutto e subito” e infatti è soprattutto nelle prime settimane che il pubblico accorre in massa, anche per il timore di spoiler, su cui si gioca buona parte della campagna promozionale. Succede quindi che già dal 9 maggio, con l’uscita di Pokemon Detective Pikachu, gli Avengers perdano il podio. La tenuta, dopo i numeri formidabili dei primi giorni, è quindi meno forte delle attese, chi attendeva il film lo va a vedere subito. John Wick 3, meno trasversale ma rivolto più o meno allo stesso pubblico, ne riduce ulteriormente l’appeal, per non parlare poi di Aladdin. Avengers: Endgame riesce comunque a resistere fino alla fine di maggio in top-10 confermando un andamento eccezionale. Epocale la lotta contro Avatar per raggiungere il record di migliore incasso di sempre nel mondo. Per raggiungere il suo scopo la Disney organizza una release con contenuti aggiuntivi nel mese di luglio e riesce a centrare l’obiettivo: 2.793,4 milioni di dollari per Avengers: Endgame contro i 2.789,7 milioni di dollari di Avatar (senza tenere conto dell’inflazione). Resta, per il film di James Cameron, il record dei biglietti venduti.
L’unica new entry del trimestre è di quelle di peso. Arriva infatti Aladdin e conquista il mondo, Italia inclusa. Viste le prime, pessime, reazioni al trailer sembrava che il kitsch avesse il sopravvento e tirava aria di flop, invece è andata diversamente. Il pubblico ha risposto in massa, infatti, all’ennesimo “tale&quale”, dove il live-action replica fedelmente il cartoon. Sembra infatti questa la ricetta per piacere al pubblico, il rispetto del noto, le poche sorprese, l’assenza di varianti che non siano minimali (il ruolo meno decorativo di Jasmine più in linea con i tempi e il buon senso, ad esempio). È un classico e come tale viene vissuto. Il riscontro è positivo ovunque per un totale mondiale che supera il miliardo di dollari. Negli U.S.A. raggiunge i 350 milioni di dollari e tra gli altri mercati si distingue il Giappone con 96,3 milioni di dollari e la prima posizione dei più visti in questi primi sette mesi del 2019 (per capire la portata del successo, in Giappone Avengers: Endgame è terzo con 54,6 milioni di dollari).
In una classifica dominata da sequel (6), supereroi (3), cartoni animati (3) e passaggi da cartoon a live action (2), grande assente è il cinema italiano. Nessun film in top-10 e per incontrare un’opera nazionale bisogna scendere al 16° posto dove troviamo Amici come prima (8,2 milioni di euro). Come spettatori lo batte però 10 giorni senza mamma (7,4 milioni di euro) che conferma l’appeal di Fabio De Luigi sul pubblico italiano. Risultati, se si aggiunge l’unico altro titolo presente in top-20 (La befana vien di notte con 7,7 milioni di euro) che mostrano un quadro in deciso calo rispetto a un anno fa; la quota di mercato del cinema italiano passa infatti dal 28,05% al 17,62%. La prossima stagione ritornerà l’ottimismo grazie ad alcuni titoli che si prospettano forti (Tolo Tolo di e con Checco Zalone su tutti), ma una certa disaffezione nei confronti della nostra cinematografia è comunque evidente. E questo nonostante una stagione in cui, come segnalato nei precedenti barometri, di tentativi e sperimentazione ne sono stati fatti.
La quota di mercato U.S.A., invece, passa dal 54,07% della precedente stagione al 64,38%.
Tra i risultati particolari della stagione si segnalano i 10 milioni di euro infranti da Green Book, addirittura al 10° posto per numero di spettatori, un risultato straordinario per un film “da Oscar”, l’ottimo consenso della coppia Lady Gaga/Bradley Copper con A Star Is Born (21° posto con 6,9 milioni idi euro), la conferma dell’appeal di Clint Eastwood con Il corriere (22° posto e 6,5 milioni di euro) e il buon riscontro del filone giovanilistico con After (23° posto e 6,35 milioni di euro), A un metro da te (32° posto e 4,9 milioni di euro) e Resta con me (45° posto e 3,2 milioni di euro).
L’horror più visto della stagione è il criticatissimo The Nun (29° posto e 5,4 milioni di euro), il film d’essai più visto della stagione è l’altrettanto criticatissimo Van Gogh: sulla soglia dell’eternità (38° posto e 4 milioni di euro). Si conferma quindi una certa distanza tra le preferenze del pubblico e i gusti della critica.
A seguire: