TRAMA
Lo squattrinato regista Bowfinger s’infervora per la sceneggiatura di fantascienza di un contabile e decide di girarla facendone protagonista, a sua insaputa, una star di colore: gli mette fra i piedi gli attori che, fingendosi alieni, lo fanno impazzire.
RECENSIONI
Dopo il Truman Show ecco, virata in commedia, la candid camera con metacinema sul film nel film. Lo script sagace e azzeccato è dello stesso Steve Martin, che ha anche la buona idea di accompagnare la propria comicità elegante a quella più becera e grassa di Eddie Murphy. Alla regia riprende il fido Frank Oz di La Piccola Bottega degli Orrori, Due Figli di… e Moglie a Sorpresa, uno dei migliori in circolazione per le commedie di genere hollywoodiane: partendo spesso da idee di base originali, le sa sviluppare da un lato secondo i codici, dall’altro iniettando inusitate dosi di ferocia all’inglese, con un senso della battuta pronta di cui s’è perso lo stampo. Oz predilige anche, come protagoniste, le “simpatiche canaglie”. Più che parodia della Hollywood Babilonia, è elegia degli inetti alla Ed Wood o alla Broadway Danny Rose, perché quel che conta non è il risultato, ma l’entusiasmo che ci metti.