Bellico, Recensione

OKINAWA

Titolo OriginaleHalls of Montezuma
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1951
Genere
Durata113'

TRAMA

Un battaglione dei marines si prepara a sbarcare in un’isola del Pacifico: un tenente, professore di chimica quando era in panni civili, si trova con i suoi uomini sotto un micidiale fuoco di fila dei giapponesi.

RECENSIONI

Un regista che s’è fatto un nome proprio nel cinema bellico, firmando un capolavoro assoluto come All’Ovest Niente di Nuovo (ma non solo), e che proprio della raffigurazione di pattuglie in trappola in terreno straniero ha fatto un personale sottogenere (vedere Salerno Ora X): poco può e fa, però, per ovviare alla banalità degli assunti e alla retorica dell’impostazione generale. La sceneggiatura di Michael Blankfort scimmiotta altre pellicole e, nel pur lodevole tentativo di raffigurare psicosi e disturbi dei soldati, propina schemi scontati dall’inizio alla fine: Milestone, almeno, compensa con la messinscena dell’azione, del dramma psicologico, della brutalità della guerra, su cui non fa sconti. Ma il suo film finisce col prendere le sembianze dell’inserto artificioso di documenti a colori della guerra nel Pacifico, della massiccia collaborazione dei Marines di Fort Pendleton (del cui inno si appropria il titolo originale), e di location rinvenute sulle coste californiane: come se inseguisse una sorta di tesi, soprattutto verso il finale sposa aspetti romanzati che dissipano qualsivoglia pretesa di realismo. Esordio di Robert Wagner e Richard Boone. L’isola di Okinawa del titolo italiano è una presunzione non presente nello script originale.