
I CASI DEL TERZO TRIMESTRE
Tanti i film usciti nel terzo trimestre, il più affollato dell’anno, molti già affrontati nel primo capitolo del Barometro, altri invece approfonditi in questa sezione che, come ci ricorda il titolo, raggruppa i “casi”. Ecco, quindi, nel “bene” e nel “male” un rapido compendio dei film che hanno fatto maggiormente parlare nei mesi di febbraio, marzo e aprile.
I film sono ordinati in base alla data di uscita; a parità di data l’ordine è alfabetico.
CREED II (data di uscita 24 gennaio 2019 – incasso € 7.218.000)
Facciamo un po’ d’ordine. In principio fu Rocky Balboa, cioè il mito, tra alti e bassi in sei lungometraggi, di Sylvester Stallone. Poi è stata la volta di Creed, spin-off della saga incentrato sul figlio di Apollo Creed, vecchio avversario di Rocky morto durante un incontro, allenato dallo stesso Balboa. Visto l’ottimo rapporto tra costi e benefici (budget di 35 milioni di dollari e 173,5 milioni di dollari worldwide; in Italia 5,4 milioni di euro), e il plauso della critica con tanto di Golden Globe a Sly come non protagonista e la successiva candidatura all’Oscar, un capitolo due era dietro l’angolo. Questa volta la new-old-entry è nientepopodimenoche Ivan Drago che torna sul ring attraverso suo figlio, cresciuto a sua immagine e somiglianza. L’accoglienza va oltre le più rosee aspettative dimostrando un trend in crescita, soprattutto sui mercati extra-americani (Italia compresa), la cui percentuale di incidenza sugli incassi complessivi (214 milioni di dollari) passa dal 36,8% al 45,9%. In aumento anche il budget che passa da 35 a 50 milioni di dollari. Tra i vari primati del film quello di avere ottenuto il migliore debutto in America per un titolo della saga di Rocky.
DRAGON TRAINER – IL MONDO NASCOSTO (data di uscita 31 gennaio 2019 – incasso € 7.225.000)
Dragon Trainer nel 2010 contribuì a incrementare il potere pervasivo della Dreamworks nel campo dell’animazione con un incasso di 5,7 milioni di euro in Italia e ben 494,9 milioni di dollari nel mondo. Inevitabile un secondo capitolo (invero bruttino) che arriva nel 2014 e conferma l’appeal del brand non tanto in U.S.A. quanto nei mercati extra-americani che incidono sul totale di 621,5 milioni di dollari nella misura del 71,5%. In Italia incassi in aumento che raggiungono i 10,6 milioni di euro. La più volte annunciata trilogia si conclude in questa stagione e conferma la vitalità del franchise, nonostante i cinque anni trascorsi dalla seconda puntata (con vari posticipi dovuti in parte anche all’acquisizione della Dreamworks Animation da parte di Universal Pictures). Risultati in calo ma comunque in grado di remunerare gli investimenti grazie ai 515,5 milioni di dollari raccolti worldwide. Sempre fondamentale il contributo dei mercati extra-americani che raccolgono il 69,1% del totale. Resta da capire se sarà davvero la fine della saga, come sembra, o se si deciderà in qualche altro modo di sfruttare ulteriormente personaggi che ormai sono entrati nell’immaginario.
GREEN BOOK (data di uscita dal 31 gennaio 2019 – incasso € 9.800.000)
È stato il film che ha messo (quasi) tutti d’accordo agli Oscar: ben scritto, diretto e recitato, conciliante, problematico sulla questione razziale ma più in superficie di quello che sembra, in grado di far sentire “tollerante” anche il più intransigente dei razzisti e di fare uscire dalla sala lo spettatore felice. Non facile da imbastire un racconto così oliato e piacevole, se ci fosse una ricetta che funziona davvero ci sarebbero più film di successo nelle sale. Un progetto perfetto per gli Oscar, quindi, dove impegno e intrattenimento si rincorrono da sempre e dove, infatti, si impone sulla concorrenza vincendo tre Oscar, tra cui quello più importante per il Miglior Film. Fino all’ultimo si era in dubbio se potesse farcela Roma, il suo più diretto rivale, ma avrebbe rappresentato troppe cose: la vittoria dello streaming sulla sala, del Messico sull’America, del piccolo sul grande. Green Book era il compromesso che scontenta qualcuno (c’è chi lo accusa di rilanciare gli stereotipi sugli afroamericani fingendo di fare il contrario) ma accontenta la maggior parte. Il pubblico ha risposto con entusiasmo e i tre Oscar gli danno una risonanza eccezionale. Per un paio di settimane è il film da vedere, quello in grado di scaldare il botteghino mondiale. In Italia esce quasi un mese prima degli Oscar e parte subito bene, ma i premi conquistati gli consentono una seconda vita nelle sale. Permane in top-10 ben 8 settimane, in cui la Eagle Pictures che lo distribuisce gestisce con lavoro certosino il numero delle sale in cui è programmato (l’apice è nel post Oscar in cui raggiunge 475 schermi). A fine aprile è ancora in programmazione nelle città capozona dimostrando una tenitura da record. Il successo è mondiale: 316,2 milioni di dollari con punte negli Stati Uniti (85 milioni di dollari) e Cina (71 milioni di dollari). Budget di 23 milioni di dollari ben più che decuplicato. Nel nostro paese potrebbe raggiungere i 10 milioni di euro (e probabilmente con la tenitura solida e la riproposizione nelle arene estive lo farà), superando così i Migliori Film agli Oscar degli ultimi anni: Il discorso del re (8,6 milioni di euro), La forma dell’acqua (8,7 milioni di euro) e The Departed (9,4 milioni di euro).
IL PRIMO RE (data di uscita 31 gennaio 2019 – incasso € 2.176.000)
Ma perché il pubblico non è accorso in massa per vedere un film che ripercorre la storia del nostro paese facendo capire come si è arrivati alla fondazione di Roma e rivisitando il mito di Romolo e Remo? Tra l’altro con una delle poche star nostrane, il bravo Alessandro Borghi? Il riscontro tiepido resta davvero un mistero perché, indipendentemente dal risultato che può piacere o meno, è uno di quei film in grado per forza di smuovere la curiosità e spingere ad alzare il culone dal divano staccandosi dall’ennesima puntata di quella serie tv cliccatissima in cui non succede mai nulla. In tutto ciò la 01 Distribution qualche cosa lo ha probabilmente sbagliato (a posteriori tutti bravi eh? Lo so! Lo so!): nel periodo (poco compatibile con Sanremo?), nel trailer, negli elementi su cui puntare, nella capacità di incuriosire il pubblico. Prima settimana al 4° posto (media per sala, e sono 370, di € 2.514), seconda in discesa in sesta posizione (le sale diventano 373 ma la media dimezza e va a € 1.287) e terza settimana, l’ultima in top-10, al 10° posto (sale 167 e media € 1.089). Budget di 8 milioni di euro.
10 GIORNI SENZA MAMMA (data di uscita 7 febbraio 2019 – incasso € 7.443.000)
È il film italiano più visto di questi primi mesi del 2019 e conferma Fabio De Luigi mattatore della stagione dopo il buon risultato anche del precedente Ti presento Sofia (2,9 milioni di euro) uscito il 21 ottobre 2018. La formula del mammo, ancorata a una forma di famiglia che più tradizionale di così non si può ed evocata fin dal manifesto (è la donna che gestisce figli e casa, l’uomo invece lavora e se le parti si invertono sono guai), evidentemente funziona (il che dovrebbe farci riflettere). Il film resta in top-10 per ben 6 settimane, con un debutto in seconda posizione e le due settimane successive al primo posto, segno di un passaparola travolgente.
IL CORRIERE – THE MULE (data di uscita 7 febbraio 2019 – incasso € 6.455.000)
Era da 11 anni, quando Gran Torino sembrava il suo commiato come attore, che Clint Eastwood non dirigeva e interpretava un film. In mezzo c’è stato Di nuovo in gioco di Robert Lorenz, che è anche il primo lungometraggio dal 1993 che Eastwood interpreta ma non dirige, più altre sole regie (Invictus, Hereafter, J. Edgar, Jersey Boys, American Sniper, Sully e Ore 15:17 – Attacco al treno). Il nuovo film è succo di Clint al 100% e il pubblico lo apprezza perché nelle rughe del protagonista, nella sua apparente ruvidità, nell’umanità messa in scena senza sconti e compiacimenti, fa i conti anche con la propria vita. Non è da tutti raggiungere i 100 milioni di dollari al botteghino U.S.A. a 88 anni, ma Clint Eastwood riesce nell’impresa: 103,8 milioni di dollari negli States e altri 67,5 milioni di dollari dagli altri mercati, per un totale di 171,3 milioni di dollari che ripagano ampiamente i 50 milioni di dollari di budget. In Italia non raggiunge i 9,1 milioni di euro di Gran Torino, ma resta quattro settimane in top-10 e sei in top-20 confermando l’appeal intramontabile dell’artista americano. In Europa fa meglio dell’Italia solo la Francia, con 14,7 milioni di dollari.
FREE SOLO (data di uscita 19 febbraio 2019 – incasso € 398.000)
Il documentario di Jimmy Chin ed Elizabeth Chai Vasarhelyi è presentato e distribuito in Italia da Itaca Srl / The Outdoor Community con la collaborazione di LA SPORTIVA. Si tratta di distributori indipendenti che hanno creduto nel progetto e per rientrare dei costi (diritti, stampa delle copie, materiale promozionale) hanno puntato sull’evento: poche proiezioni mirate e biglietto molto alto (14 euro). Con la vittoria dell’Oscar (non così inatteso, invero), il film è letteralmente esploso e il tour nelle varie città italiane ha segnato più di un sold out. A forza di piccoli passi il risultato raggiunto, anche a causa del costo del biglietto, è strepitoso. Bella e coraggiosa l’iniziativa, ma proibitiva l’esperienza cinematografica per molti, soprattutto per il target famiglie a cui invece poteva interessare.
LA CASA DI JACK (data di uscita: dal 28 febbraio 2019 – incasso € 250.000)
Come previsto nel Barometro di Lars von Trier, La casa di Jack, accolto tiepidamente ovunque, non trova riscatto nel nostro mercato, di solito più generoso della media nei confronti del maestro danese. Hanno attirato l’attenzione, ma non aiutato il botteghino, le due versioni previste per l’Italia: una doppiata ma edulcorata, l’altra in lingua originale e integrale. Il debutto nel primo week-end è al 14esimo posto in 110 sale, con una media per copia non esaltante di € 1.068. L’esordio modesto spinge la Videa a non sostenere il film, o a non trovare la complicità degli esercenti, sta di fatto che alla seconda settimana il film perde 78 schermi e crolla al 24° posto (media per sala in calo a € 963). Due versioni anche sul mercato americano: quella Director’s cut, programmata due giorni a fine novembre in 140 sale, incassa 170 mila dollari, quella tagliata, che raggiunge 32 schermi, 88 mila dollari. Finora il totale mondiale è di 2,6 milioni di dollari a fronte di un budget di circa 9 milioni di dollari.
DRAGON BALL SUPER: BROLY – IL FILM (data di uscita 28 febbraio 2019 – incasso € 2.433.000)
Chi credeva che Dragon Ball fosse un fenomeno di nicchia, destinato a un’uscita limitata a pochi giorni, con questo film si è dovuto ricredere. Per i meno avvezzi, come il sottoscritto, si tratta di un reboot del personaggio di Broly privo di collegamenti con i film precedenti dell’inesauribile franchise (venti i film della serie). Lo spunto è la serie televisiva Dragon Ball Super. Se cominciate già a disorientarvi non preoccupatevi, la solida fan base ha invece le idee chiarissime. Lo dimostra l’incasso monster del primo giorno di programmazione (€ 542.717) che porta il film a dominare il primo week-end nonostante le 380 sale a disposizione rispetto alle 475 di Green Book (2° posto), alle 408 di Domani è un altro giorno (3° posto) e alle 395 di The Lego Movie 2 (7° posto). Il fenomeno è mondiale con un incasso complessivo di 116,5 milioni di dollari a fronte di un budget di 8,5 milioni di dollari. Ottimo risultato in Giappone (34,4 milioni di dollari e 13° posto tra i maggiori incassi del 2018), ma buono anche in America, con 30,7 milioni di dollari per un’uscita limitata a 1.267 schermi. Lode alla Koch Media che lo ha distribuito nel nostro paese ed è stata capace di intercettare il pubblico di riferimento.
NON È ROMANTICO? (data di uscita: dal 28 febbraio 2019 su Netflix)
Una commedia romantica che gioca con gli stereotipi del genere e alla fine finisce per essere prigioniera della sua struttura e di ciò che vuole dimostrare. Quasi carino, insomma. Esce nelle sale solo sul mercato americano il 13 febbraio, a dimostrazione di come la distribuzione sia sempre più fluida e capace di far arrivare i film attraverso piattaforme diverse. Negli altri mercati viene distribuito attraverso Netflix dal 28 febbraio. Negli U.S.A. incassa 48,7 milioni di dollari, insufficienti a ripagare il budget di 31 milioni di dollari. Sarebbe interessante sapere i dettagli dell’accordo con Netflix, così come i dati di ascolto, pardon clic, ma per ora nulla è dato sapere perché, come noto, Netflix non comunica alcunché o, se lo fa, spara numeri bomba che non possono essere verificati. Di sicuro, essendo stato finalizzato, l’accordo sarà stato senz’altro conveniente per entrambe le parti.
C’È TEMPO (data di uscita 7 marzo 2019 – incasso € 294.000)
Quando un film diventa un caso più politico che cinematografico. Ne è una dimostrazione non tanto l’interesse per la prima opera di fiction di Walter Veltroni, quanto l’accoglienza che gli ha riservato fin da subito la stampa: “flop al botteghino”, “incassati solo 83 euro a sala”, “debutto flop”, “4/5 spettatori a proiezione in media”, “dopo aver distrutto la sinistra, Veltroni fa flop come regista”, “deserto in sala”, e così via. Vediamo come è andata: nel primo week-end Vision lo distribuisce generosamente in 217 schermi e si posiziona al 13° posto con una media per sala di € 870. Alla seconda settimana perde 139 schermi, la media cala ulteriormente (€ 572), così come la posizione in classifica (fuori dalla top-20 al 22° posto). Non è quindi un successo ma effettivamente un deciso fiasco, dato anche il tenore dell’operazione, ma colpisce che alla constatazione dell’insuccesso sia subentrato lo sbeffeggio e che si sia parlato di tutto tranne che di cinema. Ovviamente solo su certa stampa, quella che urla, l’altra lo ha ignorato. Il poster di sicuro non ha aiutato.
ESCAPE ROOM (data di uscita 14 marzo 2019 – incasso € 1.672.000)
Una delle mode del momento declinata al genere horror, a cui calza a pennello. Cosa c’è di più adatto, infatti, di un gruppo di giovinetti eterogenei chiusi in una stanza da cui devono provare a uscire rischiando ogni volta la pelle? Quello che sembra un gioco, ovviamente, finirà per non esserlo. Tutto molto basico e improbabile, ma sufficientemente catching da essere distribuito con profitto a ogni latitudine. Risultato molto remunerativo: 155 milioni di dollari in tutto il mondo (di cui 57 milioni di dollari in U.S.A. e 34 milioni di dollari in Cina). Considerando il budget esiguo (9 milioni di dollari) e il finale aperto, potrebbe dare vita a un nuovo redditizio filone che si esaurirà quando il pubblico si stancherà. E infatti Escape Room 2 è già stato inserito nel calendario delle uscite del 2020. Appuntamento al cinema dal 17 aprile.
A UN METRO DA TE (data di uscita 21 marzo 2019 – incasso € 4.805.000)
Giovani, carini e malati. Ormai il sick movie è un genere a sé in grado di ottenere risultati importanti che decuplicano i costi, di solito bassini. Negli ultimi anni ogni stagione ha la sua coppia innamorata e malata (se non entrambi, almeno uno dei partner): Colpa delle stelle, Io prima di te, Noi siamo tutto, Il sole a mezzanotte. Questa volta non c’è un romanzo di successo alle spalle e la malattia affrontata è la fibrosi cistica. Per il resto, tutto abbastanza da copione. Se il genere attecchisce sul target adolescenziale di riferimento più o meno ovunque, l’Italia dimostra un interesse superiore alla media. I dati numerici lo confermano. Il film di Justin Baldoni ottiene infatti in Italia (quattro settimane di permanenza nella top-10) il risultato più alto del mondo dopo quello U.S.A. di 45,4 milioni di dollari. Incasso globale di 74,3 milioni di dollari a fronte di un budget di 7 milioni di dollari. Determinante, per il nostro paese, il sostegno della Notorius che lo distribuisce e crede subito nel progetto con un lancio importante in 415 sale.
BOOK CLUB – TUTTO PUÒ SUCCEDERE (data di uscita 4 aprile 2019 – incasso € 1.233.000)
È un sottogenere che funziona: la commedia per la terza età. Lo scopo è evidente: attirare una sempre più ampia fetta di pubblico infondendo ottimismo e gioia di vivere. Tratti caratterizzanti: l’ambiente alto borghese, l’ossessione per il sesso e la reunion di vecchie glorie. Esiste la variante maschile (Last Vegas) oltre a quella femminile, ma anche la formula mista (E se vivessimo tutti insieme?). In Book Club le donne protagoniste vedono la loro vita cambiare dopo avere letto “Cinquanta sfumature di grigio”. I produttori devono avere fatto un rapido calcolo pensando: “Se anche una minima parte di chi ha letto i romanzi (e visto i film) della serie viene a vedere questo film, facciamo il botto!”. Per pararsi ulteriormente da eventuali flop la parola d’ordine è stata “contenere i costi!”. E così, con un budget di 10 milioni di dollari, un cast all star e un’idea derivativa, il progetto è servito: 89,7 milioni di dollari worldwide, di cui ben 68,6 milioni di dollari negli Stati Uniti. In Italia andamento lento ma moderatamente remunerativo: due settimane in top-10 e quattro in top-20.
NOI (data di uscita 4 aprile 2019 – incasso € 1.243.000)
Dopo il trionfo di pubblico e critica di Scappa – Get Out (255 milioni di dollari in tutto il mondo e Oscar per la sceneggiatura), l’attesa per il nuovo film di Jordan Peele era altissima. Il trailer, i poster (bellissimi) e la curiosità di vedere Lupita Nyong’o in un ruolo da protagonista e non a presiedere attività benefiche o pubblicizzare creme miracolose, hanno portato l’hype alle stelle. Il risultato conferma la capacità di Peele di mettere in scena con originalità le contraddizioni del suo paese e infatti il film ha successo soprattutto in America: il 69,4% dei 250 milioni di dollari finora incassati proviene infatti dal mercato U.S.A., in linea con il precedente Scappa – Get Out, fenomeno quasi esclusivamente entro i confini americani. Aspetto in contrasto con il genere prescelto, l’horror, uno tra i più esportabili, ma che evidentemente Peele declina troppo nella cultura del suo paese (a partire dal titolo US) per renderlo pienamente digeribile anche altrove. In Italia debutta in quarta posizione nel primo week-end (media nelle 331 sale in cui è programmato di € 1.908), ma un passaparola poco contagioso gli fa perdere ben quattro posizioni già alla seconda settimana (277 sale, media € 1.152) e altre 8 alla terza (16° posto, 82 sale, media € 687). Supera comunque, seppur di poco, l’incasso di Scappa – Get Out che si era fermato a 1,1 milioni di euro.
L’UOMO CHE COMPRÒ LA LUNA (data di uscita 4 aprile 2019 – incasso € 307.000)
Ci sono piccoli film che riescono a imporsi contro i colossi. È il caso dell’opera seconda del cagliaritano Paolo Zucca che ottiene un successo regionale favoloso. Esce infatti in 13 sale in Sardegna e nel primo week-end ottiene la migliore media per copia della top-20 (€ 5.377). Per capire la portata dell’evento basta pensare che nella stessa settimana ha incassato di più di Momenti di trascurabile felicità in 56 sale, di Peppermint in 51 e di Bene ma non benissimo in addirittura 95. Un successo che si ripete la seconda settimana (le copie diventano 14) con una media per schermo sempre alta (€ 4.554), in discesa alla terza (€ 2.632 in 11 sale) e nuovamente in salita invece alla quarta (€ 4.343). L’ottimo riscontro gli apre le porte a una distribuzione nazionale in cui avrà modo di consolidare il già ottimo risultato ottenuto. Il precedente film di Zucca, L’arbitro, distribuito in modo più tradizionale da Lucky Red, aveva incassato circa 400 mila euro.
AFTER (data di uscita 11 aprile 2019 – incasso € 6.156.000)
Sono in tanti a dire che i giovani non vanno più al cinema, in realtà, dati alla mano, sembra che siano proprio loro a salvare l’esercizio cinematografico; magari a volte scaricano illegalmente, ma il più delle volte affiancano alla visione in streaming quella nelle sale. Sono invece le generazioni più vecchie, e ne è una dimostrazione la crisi del cinema d’essai, ad avere abbandonato la sala. Ma siamo in questo capitoletto per parlare del nuovo fenomeno adolescenziale che nel nostro paese ha ottenuto numeri sorprendenti, quindi torniamo in carreggiata. In origine fu una fanfiction dedicata agli One Direction pubblicata su Wattpad, la più grande community online di scrittori self-published. I 5 milioni di commenti, gli 11 milioni di “Mi piace” e il più di un miliardo di lettori online attirano l’attenzione della stampa e i riflettori del mondo. Esce così una versione rimaneggiata in libreria che primeggia nelle vendite in vari paesi. Inevitabile l’interesse del cinema per il fenomeno. Il film è la trasposizione del primo libro, a cui ne seguono parecchi altri tra seguiti e spin-off. Per ora il primo film della saga non è diventato il fenomeno che si sperava, soprattutto in U.S.A. dove in quattro settimane ha incassato solo 12 milioni di dollari. Gli altri mercati incidono sul totale di 55,9 milioni di dollari nella misura del 78,5%. La distribuzione è mondiale ma il film ottiene risultati lusinghieri solo in Francia (8,4 milioni di dollari), Germania (8,2 milioni di dollari) e Italia. La Spagna, di solito affine all’Italia nei gusti cinematografici, limita l’entusiasmo a 3,1 milioni di dollari. L’operazione, considerando il budget modesto di 14 milioni di dollari, è in attivo, ma forse non abbastanza per garantire una prosecuzione della serie e un’affermazione definitiva del brand. Troppo presto, per ora, capire gli eventuali sviluppi.
Per questo terzo trimestre è tutto.
I prossimi tre mesi concluderanno la stagione, per ora molto discontinua, e si preannunciano ricchi di titoli, con un’estate in cui uscirà almeno un atteso blockbuster a settimana. Meno chiaro capire cosa succederà al sempre meno visto cinema d’essai e al cinema italiano. Intanto cogliamo le occasioni che la sala ci propone, approfittiamo, se il caldo ci opprime, di un paio d’ore condizionati a dovere, e manteniamo viva la curiosità verso i film che verranno. Tra i tanti previsti: Aladdin, Godzilla 2, Pets 2, Men in Black: International, La bambola assassina, Toy Story 4, Spider-Man: Far From Home; ma sono previsti anche titoli (pochi) meno commerciali come Destroyer, Beautiful Boy e Climax e il festival di Cannes farà di sicuro la sua parte (I morti non muoiono, Rocketman, Il traditore, Dolor y Gloria). Insomma, di scelta ce n’è in abbondanza, non resta che tuffarsi, un po’ al mare e un po’ al cinema.
Come sempre disponibile al confronto. L’indirizzo è:
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