TRAMA
L’alieno Boris l’Animale evade dalla prigione lunare e vuole vendicarsi di K che, nel 1969, gli tranciò un braccio: torna indietro nel tempo e lo uccide. J è l’unico a sapere che esisteva nel presente e viaggia nel tempo per salvarlo.
RECENSIONI
Non si ripete il miracolo del primo (ottimo) e del secondo capitolo (buono): colpa di un soggetto poco sorprendente e troppo schematico di Ethan Cohen, di quelli che partono con un grande pericolo e già dichiarano le direttrici della missione da compiere per debellarlo. I punti di forza delle puntate precedenti erano, anche, collaterali al racconto “poliziesco” cardine, ovvero la commedia di caratteri (le battute valide si contano su una mano) e la profusione di idee folli su tipi alieni e situazioni al limite del trash: a parte l’incipit, con sparatoria nel ristorante cinese alieno, gli autori se ne dimenticano per concentrarsi su di un racconto ordinario in cui salvare il mondo soddisfa il lato action-spettacolare e rivelarne il passato dovrebbe intrigare nel disegno dei personaggi. Peccato, perché Josh Brolin è un’eccellente scelta per impersonare Tommy Lee Jones da giovane; perché si poteva citare, clonare, irridere maggiormente attraverso l’idea del viaggio nel tempo nel 1969 (c’è anche la factory di Andy Warhol, ma Cohen non è molto sagace nel sorriderne); perché meritava maggior spazio la geniale idea di Rick Baker di raffigurare gli alieni del passato esattamente come la cultura di massa se li era immaginati allora, kitsch come nei fantahorror anni cinquanta e sessanta. Ci si accontenta, invece, dei camei di Tim Burton, Lady Gaga, Bill Gates e David Beckham. Le riprese in 3D obbligano a minor movimento e oggetti-personaggi in campo, per un’estetica meno gigantista-barocca ma efficace nel restituire i salti nel vuoto e la corsa sulle motociclette futuribili.
