TRAMA
1880, India britannica: tre sergenti guidano un distaccamento per raggiungere un avamposto che non dà più notizie di sé. Ne fa parte anche il portatore d’acqua Gunga Din, che sogna di diventare soldato inglese. I tre vengono fatti prigionieri dai Thugs.
RECENSIONI
Sulla scia delle produzioni inglesi di Alexander Korda, con stessa fonte (qui si parte da un poema del 1892 di Rudyard Kipling e dal suo racconto breve ‘I tre soldati’: Reginald Sheffield ha interpretato lo scrittore in una scena tagliata) e stesso marchio inconsapevolmente etnocentrico con colonialismo culturale: alle prime stesure della sceneggiatura, infine firmata da Joel Sayre e Fred Guiol, hanno messo mano anche William Faulkner e Ben Hecht (quando doveva dirigerlo Howard Hawks), Dudley Nichols e Anthony Veiller. Una pellicola che molti storici del cinema degli anni passati consideravano fra le migliori del genere ma che, in realtà, invecchia male nel registro (quasi) farsesco (Cary Grant), che si amalgama solo discretamente con lo spirito esotico e i passaggi tragici: la prima e ultima mezz’ora (la carica dei lancieri Sepoy), per azione e dinamismi cinematografici, hanno però fatto scuola. Con il suo ruolo e la sua prova, anziché spalla di Douglas Fairbanks jr., Cary Grant diventa a tutti gli effetti protagonista, ma è il Gunga Din di Sam Jaffe a restare nel cuore.
