TRAMA
Papa Giovanni Paolo II vuole avvicinarsi ai giovani: incarica Renzo Arbore di allestire uno show per la neonata Tv vaticana. Ma il cardinale Richelieu vuole boicottarlo e Benigni interpretare il ruolo di Giuda.
RECENSIONI
Ovvero “pasticcio/satira sul papa (Wojtila)”. Non che ogni “film maledetto” sia per forza buono: sequestrato per vilipendio della religione di stato, l’esordio dello showman e musicista foggiano sta in piedi (bilico) su di una trama francamente esile, riempita in ogni dove da malaugurata improvvisazione, con gag spesso grossolane per una voluta fiera del cattivo gusto. Fuori e dentro il set, infine, prende forma proprio una recita parrocchiale, con la stessa capacità di azzeccare i tempi comici e tanto pressapochismo nel lavoro di montaggio. Il peggiore in campo è Roberto Benigni che, lasciato a briglia sciolta (vedi il monologo sul Giudizio Universale), rischia di essere tanto imbarazzante quanto le volutamente inguardabili audizioni degli “artisti” raccomandati dalle circoscrizioni ecclesiastiche. Le buone intuizioni ci sarebbero (il finale a sorpresa, con Luciano De Crescenzo nei panni di “deus ex machina”) ma naufragano nella messinscena naïf e tutto si riduce alla dissacrazione della Chiesa (salvando il papa? Un bonaccione, ma anche abbastanza stupido), con numeri musicali e benigniani, stacchetti di un coro greco di neri che non sa cantare in playback e vari riempitivi da “L’altra domenica”, varietà televisivo dove, dal 1976, Renzo Arbore aveva “scoperto” e lanciato tutti i presenti. Vedere Martin Scorsese in questo pastrocchio fa piangere: fino all’ultimo si spera sia solo Andy Luotto travestito ma non è così (all’epoca era compagno di Isabella Rossellini).