TRAMA
Sin da quando era giovane, Reed Richards lavora a una macchina del teletrasporto. Il dott. Storm lo accoglie nei laboratori dove sanno della possibilità di andare in un’altra dimensione, grazie agli studi di Victor von Doom. Ma accadrà un incidente e…
RECENSIONI
Secondo nuova politica delle majors in fantasy, si prende un giovane di belle speranze, nella fattispecie il Josh Trank di Chronicle e gli si affida, anche in fase di sceneggiatura, un kolossal del brand. Ma è andato tutto storto: i fan del fumetto, ancor prima che il film uscisse, non hanno gradito la scelta di un afroamericano per interpretare la torcia umana (scelta anomala, ma il regista aveva una precisa idea cosmopolita: Sue Storm è kosovara). Una volta uscito, non hanno gradito l’impostazione, simile al film precedente di Trank, che dà spazio al contesto adolescenziale e di formazione degli eroi, piuttosto che alla loro comparsa in azione. Questo reboot con origini è, del precedente I Fantastici 4 di Tim Story, l’antimateria: sbarazzino e superficiale quello, tragico e serioso questo. E spiazzante nel non aver, ad oggetto principale, l’eroismo in costume: il lungo prologo ricorda i film fantascientifici anni ‘80, dove il materiale umano sovrastava l’evento fantastico. Se avesse avuto successo, forse la formula delle future produzioni Marvel sarebbe stata diversa: ma non è filologico, non ha l’afrore del film-popcorn e il colpo di grazia l’hanno dato gli autori stessi, con i produttori che hanno rimaneggiato (e ri-filmato) il montato “troppo violento” del regista e quest’ultimo che si è pubblicamente lamentato della versione finale. Risultato: pochi l’hanno visto, pochi che l’hanno visto hanno avuto il coraggio di uscire dal coro. Che sia la visione di Trank a prevalere, quella di “altri” o l’esito di un braccio di ferro, l’opera finita è decorosa se valutata di per se stessa, prescindendo dalla fedeltà e dal desiderio di vedere i fantastici superpoteri. Buone le varianti (rispetto alle prime uscite dell’albo) prese a prestito da ‘Ultimate Fantastic Four’ (pubblicato fra il 2004 e il 2009). Buone le nuove “maschere” della Cosa e del Dr. Destino. Buono il racconto che si concentra sui personaggi e, quando dà spazio all’azione, non delude. Non anonima anche la visione ecologista, con l’energia vitale dell’altro-mondo immancabilmente di color verde.