Baro-metro

IL BARO-METRO: SGUARDI DALLA SALA (01/2019) – 1

(dal 1° novembre 2018 al 31 gennaio 2019)

Con il secondo trimestre si entra nel vivo della nuova stagione cinematografica e iniziano a delinearsi alcune tendenze. La prima è che il ritorno in massa al cinema dopo la forzata pausa estiva comincia sempre più tardi e non si registrano veri e propri bagni di folla fino al ricco week-end di Halloween. La seconda è che anche l’abbuffata delle feste è sempre più spostata verso la fine/inizio dell’anno piuttosto che intorno al Natale. Il trimestre vede già stagliarsi un campione imbattibile al box-office: Bohemian Rhapsody. Sarà difficile trovare qualche film nei successivi sei mesi in grado di superare i 28 milioni di euro incassati dall’opera celebrativa del mito dei Queen. A livello generale, in ripresa il cinema italiano, dopo un primo trimestre che lasciava presagire il peggio.

Vediamo come è andata mese per mese. Prima, però, le preziosissime fonti: Cinetel, Boxofficemojo, Anec, Cineguru, Giornale dello Spettacolo e BoxOfficeBenful. Si ricorda anche che le percentuali sono calcolate rispetto allo stesso periodo del 2017/2018 e i dati sono aggiornati, ove possibile, al 31 gennaio 2019 (dove impossibile, alla data più prossima):

va bene il mese di NOVEMBRE con +5,51% negli incassi e +4,77% nelle presenze; a distinguersi sono per lo più i film per famiglie: Lo schiaccianoci e i quattro regni, Il Grinch, ma soprattutto Animali Fantastici – I Crimini di Grindelwald. Il dato positivo è accompagnato da un cauto ottimismo perché il confronto è con il 2017 che rappresenta uno dei mesi di novembre più bassi degli ultimi 10 anni; insomma, facile fare i grossi con i deboli!

Anche il mese di DICEMBRE è positivo: incassi +4,23% e biglietti venduti +4,84%; ad aiutare il botteghino, più dei film delle feste, il trionfo ogni oltre aspettativa di Bohemian Rhapsody; una mano l’ha data anche il posizionamento di alcune giornate di festa che hanno favorito il 2018; nel 2017, infatti, sia il 24 che il 31 dicembre cadevano di domenica.

GENNAIO passa in negativo: -1,41% gli incassi e -2,89% le presenze; con un Natale sostanzialmente in linea con il 2017, quindi non esaltante, ciò che avrebbe potuto fare la differenza sarebbe stato un grande successo italiano, mentre la cinematografia nazionale, pur non andando complessivamente male, non riesce da tempo, Zalone a parte, nell’impresa di concentrare le masse per un unico film come in passato.

Sono usciti i dati ufficiali del 2018. Ne approfittiamo, sfidando la cabala, per comunicare 17 informazioni sfiziose tratte dal Comunicato Stampa Anec, Anem:

  1. Se il box-office nazionale chiude in negativo (-4,98%), siamo però in buona compagnia. Segno meno, infatti, anche in Francia (-4,3% nelle presenze), Spagna (-1,98%) e profondo rosso in Germania (-15,63%). Stabile invece il box-office in Gran Bretagna (+0,6%).
  2. Non ci sono film italiani nella top-10 dei più visti del 2018, ma la quota del cinema nazionale è in aumento e passa al 23,02%, segno che il cinema medio ha funzionato.
  3. Risveglio del cinema medio: se manca un asso pigliatutto italiano, sono in aumento i film che con i loro incassi senza superlativi contribuiscono a tenere vivo il mercato. Nel 2018 sono 27 i titoli nazionali e le coproduzioni con un in incasso superiore a 1,5 milioni di euro (nel 2017 erano 19).
  4. 528 i film distribuiti nelle sale (nel 2017 erano 535), di cui 210 italiani o co-produzioni.
  5. Praticamente scomparso il 3D: 26 i film usciti, nel 2017 erano 35; incassi dei film 3D in picchiata: -37,6%. Quali le cause? Un prezzo del biglietto da usura e un’esperienza che non giustifica tale sovrapprezzo.
  6. In calo anche i contenuti complementari che passano dai 96 del 2017 a 79. Ricordo che nel conteggio sono inclusi eventi, edizioni speciali e riedizioni; in diminuzione anche i relativi incassi (-7,49%); un consiglio, almeno per le riedizioni dei film facciamo spendere un po’ meno di 10 euro, con 10 euro si compra il dvd!
  7. Era dal 2001 che il mese di luglio non registrava incassi così bassi, a testimonianza dell’assenza di una stagione estiva che ha finito per incidere negativamente anche sul totale; pare che quest’anno non sarà così, infatti sono previsti titoli importanti e potenziali blockbuster proprio nei mesi più caldi. Tra gli altri, Pets 2, X-Men: Dark Phoenix, Godzilla 2, Men in Black International, Toy Story 4, Spider-Man: Far From Home, Annabelle 3 e Il Re leone.
  8. Se nel mondo a dominare tra le case di distribuzione è la Disney, in Italia la maggiore quota di mercato va invece alla Warner Bros.
  9. La maggior parte degli incassi (il 55,04%) proviene dai complessi con più di 7 schermi; le monosale incidono sul totale nella misura dell’8,48%.
  10. Il film più visto del 2018 è Bohemian Rhapsody con € 21.275.707.
  11. Al 50° posto del box-office Il mistero della casa del tempo con € 3.099.281.
  12. Al 100° posto del box-office I primitivi con € 1.440.309.
  13. Cinque i mesi con incassi in aumento rispetto al 2017: febbraio, maggio, agosto, novembre, dicembre.
  14. La domenica è il giorno della settimana in cui è maggiore il numero delle presenze, ma gli incassi sono più alti il sabato; la causa è nella maggiore presenza di biglietti ridotti alla domenica.
  15. Il prezzo medio del biglietto è € 6,47.
  16. Nessun film italiano raggiunge nel 2018 la soglia dei 10 milioni di euro; il titolo italiano più visto è A casa tutti bene con un incasso di € 9.179.618 ed è fuori dalla top-10, all’11° posto.
  17. Il film italiano meno visto (210° posto) è La lingua dei furfanti (96 euro per 32 presenze).

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BOX OFFICE DAL 1° AGOSTO 2018 AL 31 GENNAIO 2019

Posizione – Film – Incasso – Presenze

1        BOHEMIAN RHAPSODY – € 27.656.654 – 3.914.852

2        ANIMALI FANTASTICI: I CRIMINI DI GRINDELWALD – € 12.782.709 – 1.828.124

3        HOTEL TRANSYLVANIA 3 – € 12.254.184 – 1.934.922

4        IL RITORNO DI MARY POPPINS – € 12.121.956 – 1.819.548

5        GLI INCREDIBILI 2 – € 12.053.878 – 1.876.201

6        AQUAMAN – € 10.610.997  – 1.512.168

7        RALPH SPACCA INTERNET – € 10.603.310 – 1.641.171

8        LO SCHIACCIANOCI E I QUATTRO REGNI – € 9.435.299 – 1.482.172

9        VENOM – € 8.497.740 – 1.236.442

10      AMICI COME PRIMA – € 8.244.920 – 1.162.504

Il secondo trimestre della stagione è quello delle nuove entrate. Sono infatti pochi i titoli presenti in top-10 nel primo trimestre che riescono a sopravvivere alle uscite invernali. Quella che accade è una vera rivoluzione con ben 7 new entry (e contemporaneamente 7 titoli che escono di scena). Ci salutano The Nun, A Star is Born, Mission Impossible: Fallout, Shark, Ant-Man and the Wasp, Mamma Mia! Ci risiamo e Resta con me. Scende dal 3° al 9° posto Venom, Gli incredibili 2 passa dalla seconda alla quinta posizione e Hotel Transylvania 3 cede lo scettro ma resta sul podio al 3° posto. Prima di entrare nel dettaglio delle novità qualche considerazione generale. Cinque titoli sono sequel, tre hanno a che fare con i supereroi, tre sono cartoni animati e arriva un titolo italiano. Manca l’outsider, ah, no, quello è in vetta alla classifica. Ma procediamo con ordine, tralasciando i film usciti durante le festività (sono nel capitoletto NATALE poco più avanti) e quelli già analizzati nel numero precedente perché usciti nel primo trimestre.

Arriva, con il corredo marketing di ogni film Disney che si rispetti, Lo schiaccianoci e i quattro regni e conquista l’ottavo posto. Non si tratta del rifacimento in live action di uno dei suoi classici, visto che non esiste un cartone di riferimento a cui attingere, ma della trasposizione del racconto Schiaccianoci e il re dei topi di E. T. A. Hoffmann e del balletto Lo schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Sulla scia di Il grande e potente Oz e Maleficent per intenderci. L’operazione pare perfetta per conquistare il botteghino mondiale: immaginario noto, grande sfarzo visivo, cast di volti celebri (Keira Knightley, Helen Mirren, Morgan Freeman, tra gli altri). Invece è andata diversamente. Se i mercati extra-americani rispondono al richiamo senza superlativi ma con moderata partecipazione (incasso di 118,8 milioni di dollari), a fare scattare il flop è il mercato americano in cui il film di Lasse Hallström e Joe Johnston incamera solo 54,8 milioni di dollari, pari al 31,6% del totale di 173,7 milioni di dollari. Essendo un film molto costoso (budget di 120 milioni di dollari) il totale theatrical è insufficiente a pareggiare i conti. In U.S.A. l’opera è stata pesantemente stroncata dalla critica (33% di recensioni positive su Rotten Tomatoes e punteggio di 39 su 100 su Metacritic); che ciò abbia disincentivato un pubblico indeciso? Tolta la Cina, che comunque non ha risposto con il solito entusiasmo (16,2 milioni di dollari), quello italiano è il migliore risultato al mondo, superiore anche a Germania (10,2 milioni di dollari) e Francia (5,8 milioni di dollari) che hanno un parco sale maggiore, e il doppio di quello spagnolo, con cui spesso ci paragoniamo per evidenti similitudini, sia numeriche che culturali. Il successo italiano si potrebbe leggere come dimostrazione dell’amore del nostro paese per i classici e la tradizione, ma forse si tratta solo di una campagna marketing particolarmente riuscita e in grado di attecchire più qui che altrove.

Dall’ottavo posto passiamo al secondo dove si posiziona, molto atteso, Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald, sequel di Animali fantastici e dove trovarli e ispirato all’omonimo libro di J. K. Rowling, ancora infaticabile dopo la fine della saga di Harry Potter. Uno di quei film attesi come un rito a cui soggiacere da una folla di adepti in grado di districarsi nei meandri di un intreccio complicatissimo e pieno di tutto. Una seconda puntata definita di raccordo e transizione tra la precedente e la successiva, accolta tiepidamente anche dai fedelissimi. Però un rito è un rito e quindi tutti in fila. Parliamo di cifre da capogiro, ma che qualcosa non sia andato come al solito, in cui i sequel più attesi superano il predecessore, lo dimostrano i numeri. Se il capostipite infatti, ha introitato 814 milioni di dollari worldwide (di cui 234 milioni negli States), il sequel si ferma a 652,2 milioni di dollari (di cui 159,2 in U.S.A.); e l’andamento è in calo ovunque, anche in Cina che nel frattempo ha aumentato il parco sale a disposizione (da 85,9 milioni a 57,7 milioni) e pure in Gran Bretagna, patria della Rowling (da 68 milioni a 44,8 milioni). L’Italia segue il trend. Se Animali fantastici e dove trovarli aveva incassato 14,9 milioni di euro piazzandosi al terzo posto della classifica stagionale 2016/2017, il sequel perde due milioni di euro (per ora è secondo ma è destinato a scendere). Tutti segnali di fragilità commerciale che probabilmente faranno aggiustare il tiro per il terzo capitolo, attualmente previsto per il 20 novembre 2020 e per gli ulteriori due seguiti della pentalogia. Parola d’ordine, speriamo, “semplificare”, a partire dal titolo!

Superando qualunque aspettativa, speranza, ipotesi, congettura, sogno, Bohemian Rhapsody entra nella storia ufficiale del box-office italiano macinando record su record. Esce il 29 novembre e dimostra subito di essere uno dei film più attesi della stagione. Il primo giorno incassa infatti 806 mila euro posizionandosi immediatamente al primo posto. Lo stupore per la partenza a razzo si replica nel primo week-end in cui incamera 5,4 milioni di euro in 716 sale, con una media stellare di € 7.561. Ma questo è solo l’inizio: 3 settimane milionarie in vetta al box-office e ben nove in top-10, continuando ad attirare spettatori sia nel periodo natalizio, in cui si pensava di smontarlo per fare posto ai film delle feste, che nel mese di gennaio. A fine gennaio, quindi dopo due mesi di programmazione, è ancora in 238 sale con una media di € 2.571. Diventa quindi il film più visto della stagione (dovrà vedersela a maggio con Avengers: Endgame) e nella storia del box-nazionale si piazza al 14° posto, dopo Il ciclone (ma probabilmente lo supererà) e prima di Benvenuti al Nord. Il fenomeno è mondiale con, a sfruttamento non ancora concluso, 820 milioni di dollari a fronte di un budget di 52 milioni di dollari. Per ora si posiziona al 74° posto tra i più visti di tutti i tempi, ma il cammino potrebbe essere ancora lungo viste le cinque candidature all’Oscar. Si distingue in tutti i mercati, e sono tanti, in cui è distribuito: 36 milioni di dollari in Australia, 36,8 milioni di dollari in Francia, 30,9 milioni di dollari in Germania, 93,2 milioni di dollari in Giappone, 77,2 milioni di dollari in Corea del Sud, 29,4 milioni di dollari in Spagna e 67,3 milioni di dollari in Gran Bretagna. Cifre da capogiro per un film che divide la critica (celebra il mito e si prende notevoli licenze) mentre è amato incondizionatamente dal pubblico. Passano abbastanza sotto silenzio le polemiche legate a Bryan Singer, licenziato a poche settimane dalla fine delle riprese (e sostituito da Dexter Fletcher) per comportamenti non corretti (pare non si sia presentato sul set dopo la Festa del Ringraziamento) e si vocifera per cattivi rapporti con la troupe, in particolare con il protagonista Rami Malek. Comunque siano andate le cose il film porta la sola firma di Singer. Visto il successo eclatante e l’entusiasmo (soprattutto per le musiche dei Queen, va detto, ma a chi ha amato il film non ditelo sennò si arrabbia), da ora in avanti si prevedono molti biopic; difficilmente, infatti, un nuovo filone resta inespresso. Il prossimo sarà Rocketman, diretto proprio da Dexter Fletcher, che mette subito le mani avanti sulla veridicità dei fatti raccontati dichiarando nel trailer based on a true fantasy. Insomma, i critici integralisti e i fan sfegatati sono avvisati, se volete un documentario o una biografia “vera” cambiate schermo. Sarà dura, comunque, battere Bohemian Rhapsody, finora il biopic musicale di maggior successo nella storia del cinema.

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NATALE 2018

Esattamente un anno fa, nel Barometro che analizzava il Natale 2017, si diceva “nonostante dati complessivamente in linea con l’anno scorso (-1,67% nelle presenze e -0,62% negli incassi), i risultati accendono un campanello d’allarme perché i numeri dello stesso periodo del 2016 erano tra i più bassi degli ultimi anni”. Ecco, la storia si ripete perché i dati sono nuovamente in linea con l’anno precedente (-0,91% le presenze e -0,99% gli incassi), ma il pareggio continua a coprire un trend in lento ma inesorabile calo. Da notare ancora una volta come il mancato stop del calcio durante le festività non abbia aiutato l’esercizio cinematografico.

Le giornate clou delle feste confermano, sempre in confronto alla stagione precedente, l’andamento complessivo:

il giorno di Natale calo dello 0,9% negli incassi; a dominare incontrastato è Amici come prima;

il giorno di Santo Stefano drastica riduzione dei numeri: -12,1% negli incassi; la ragione è tutta calcistica. Nel giorno in cui la sala pare l’unica alternativa ai supermercati chiusi, l’ansia da vuoto è stata sostituita dal campionato di serie A che ha ovviamente catalizzato l’attenzione di molti (era dal 1971 che non accadeva). In vetta passa Il ritorno di Mary Poppins;

il primo gennaio si torna in sostanziale pareggio: -1,2%; nella giornata che è diventata una delle più ambite dalla distribuzione per piazzare i propri prodotti scendono in campo le famiglie. È infatti Ralph spacca Internet a guidare il box-office, tallonato a breve distanza da Aquaman.

Dai dati numerici si evince che il giorno di Natale è ancora appannaggio della vecchia guardia che finito il pranzo cerca, nell’unica volta all’anno in cui si concede il cinema, il film italiano comico; il cinepanettone non esiste più, si cerca allora qualcosa il più possibile affine, lo conferma il podio della ritrovata coppia Boldi/De Sica con Amici come prima. Le generazioni più giovani, invece, spostano l’appuntamento con il cinema più avanti; delle tre giornate è infatti il 1° gennaio quella con i maggiori incassi. Ma ecco la classifica pubblicata da Cinetel:

BOX OFFICE DAL 13 DICEMBRE 2017 ALL’8 GENNAIO 2018

         Posizione – Film – Incasso – Presenze

1        IL RITORNO DI MARY POPPINS – € 11.605.718 1.732.187

2        BOHEMIAN RHAPSODY – € 10.459.816 – 1.439.056

3        AMICI COME PRIMA – € 8.053.186 – 1.131.175

4        LA BEFANA VIEN DI NOTTE – € 6.803.633 – 1.019.834

5        RALPH SPACCA INTERNET – € 6.781.988 – 1.026.421

6        AQUAMAN – € 6.237.840 – 857.433

7        MOSCHETTIERI DEL RE – € 4.276.706 – 620.476

8        BUMBLEBEE – € 3.068.342 – 443.579

9        SPIDER-MAN: UN NUOVO UNIVERSO – € 2.565.406 – 377.679

10      UN PICCOLO FAVORE – € 2.160.889 – 313.807

A dimostrare che le festività al cinema non hanno brillato è sicuramente il fatto che uno dei maggiori incassi del periodo è stato Bohemian Rhapsody, quindi un titolo che probabilmente si pensava di smontare per fare posto ai film di Natale e che invece ha dimostrato una forza inaspettata.

Escluso il film fenomeno sui Queen, in seconda posizione, il maggiore incasso viene da Il ritorno di Mary Poppins da cui probabilmente ci si aspettava qualcosina di più, e non solo in Italia. A sfruttamento ancora in corso (anche se il più, ormai, è fatto) i 130 milioni di dollari di budget sono ampiamente coperti dall’incasso mondiale di 320 milioni di dollari, ma per quello che nelle intenzioni deve diventare un nuovo classico (l’idea alla base del progetto è quella di un sequel/remake/reboot) le aspettative erano di sicuro maggiori. Caso curioso, forse dovuto anche alla riproposizione del primo Mary Poppins in televisione proprio durante le festività, il film ha funzionato meglio da noi rispetto a mercati in cui solitamente i colossi d’oltreoceano fanno numeri superiori: Francia (11 milioni di dollari) e Germania (9,8 milioni di dollari), ma anche Spagna (9,7 milioni di dollari). In febbraio raggiungerà altri mercati importanti (Giappone e Corea del Sud), mentre pare non sia prevista un’uscita in Cina che di solito aiuta i numeri non di poco, vedi i 300 milioni di dollari incassati da Aquaman. Il supereroe acquatico fa faville al botteghino mondiale superando i 1.100 milioni di dollari e diventando il maggiore incasso dell’universo cinematico DC Comics (anche più dei due Dark Night di Nolan), sempre un po’ sottotono rispetto al più tonico corrispettivo Marvel. L’abbandono dei toni crepuscolari e la mano felice di James Wan giovano quindi al film e all’impatto sul pubblico che ha risposto con un surplus di entusiasmo.

Per quanto riguarda il cinema italiano vince la sfida del periodo (nonostante un poster molto brutto) la ricomposizione della coppia Boldi/De Sica con Amici come prima, ma sono lontani i tempi in cui Natale sul Nilo incassava 28,3 milioni di euro (era il 2002). Superato il periodo delle feste il maggiore incasso italiano resta sempre quello del film di Christian De Sica, mentre come spettatori lo sorpassa La befana vien di notte che ottiene un incasso più basso a causa della maggiore incidenza dei biglietti ridotti. Se poi fosse stato anche un bel film avrebbe sicuramente fatto il botto.

Per restare all’Italia si difende Moschettieri del re che tenta una strada nel solco della tradizione nostrana affrontando la commedia in costume. Il massacro della critica incide poco, mentre 459 sale gli consentono una buona visibilità; non supera mai la quinta posizione del box-office ma si gode con discreta remunerazione le tre settimane in top-10. Anche in questo caso, se poi fosse stato anche un bel film avrebbe sicuramente fatto il botto.

Tra i cartoni animati svetta Ralph spacca Internet che fa meglio del suo predecessore, soprattutto in Italia (Ralph Spaccatutto si era fermato a 6,7 milioni di euro), mentre nel resto del mondo ottiene risultati più in linea con il capostipite (471,2 milioni di dollari Ralph Spaccatutto contro i 473,3 milioni di dollari di Ralph Spacca Internet), anche se la programmazione è ancora in corso in molti paesi, quindi si può già affermare che il secondo capitolo ha superato il primo negli incassi. Ma nel gradimento?

Da noi fatica un po’ il meraviglioso Spider-man: un nuovo universo perché non lo si sa bene come piazzare e la Warner Bros lo colloca principalmente in spettacoli pomeridiani mentre è un film trasversale in grado di attirare e titillare anche un pubblico adulto e non per forza di iniziati. L’Oscar che sicuramente vincerà gli darà un’ulteriore spinta, intanto, a fronte di un budget di 90 milioni di dollari, ha già incassato 338,1 milioni di dollari worldwide (di cui 62,6 milioni di dollari dalla Cina).

C’è aria di delusione intorno a Bumblebee, spin-off della serie Transformers, ma solo perché lo si confronta con gli altri film della saga che al botteghino hanno fatto sfracelli. Invece svolge la sua onesta funzione commerciale: budget di 135 milioni di dollari e incasso mondiale, anche in questo caso a sfruttamento non ancora esaurito, di 440 milioni di dollari. Per fortuna che c’è la Cina però, che con 138,5 milioni di dollari consente un ampio margine di guadagno.

Come ogni classifica che si rispetti non manca l’outsider ed è Un Piccolo favore, il “piccolo” film (20 milioni di dollari di budget) di Paul Feig che grazie all’abile miscela di commedia e thriller riesce a stuzzicare la curiosità del pubblico. Di grande aiuto anche il trailer accattivante. L’uscita a ridosso delle feste gli limita il sottovalutato potenziale, ma visto il successo nella prima settimana di programmazione (debutto al quarto posto del box-office), e la buona tenuta (la seconda settimana perde solo una posizione), molte sale non lo smontano durante le festività. Ottimo, a livello mondiale, il rapporto costi benefici visto l’incasso complessivo di quasi 100 milioni di dollari.

Un caso analogo è quello de Il testimone invisibile, il bel giallo di Stefano Mordini, anche lui nelle sale da metà dicembre ma con un alto potenziale che i dieci giorni prima di Natale non sono in grado di gratificare (debutto al quinto posto e secondo week-end al sesto). Nella settimana di Natale continua a essere programmato in più di 200 sale e conquista la decima posizione; è per far posto alle nuove uscite di gennaio che viene troppo rapidamente smontato, ma nei 29 schermi in cui sopravvive la media è ancora discreta (€ 1.909). Finisce quindi per superare i due milioni di euro. È probabile che collocato in un periodo meno concorrenziale sia Il testimone invisibile che Un piccolo favore avrebbero potuto ottenere maggiori soddisfazioni.

Grande assente in top-10, ormai una costante ahimé ed è sempre stato un po’ così ma il trend è in peggioramento, il cinema d’essai che manca di un ricambio generazionale in grado di dargli quell’ossigeno di cui ha bisogno per sopravvivere nel lungo periodo. Capri revolution (660 mila euro in 140 sale), Nelle tue mani (200 mila euro in 39 sale), The Old Man and The Gun (1,2 milioni di euro in 135 sale), Cold War (un milione di euro in 92 sale) interessano più la critica del pubblico.

Discorso diverso per altri tre film usciti nel periodo delle feste:

Ben is Back non è il nuovo Wonder. Julia Roberts può molto ma non trasformare un film indipendente e drammatico in una commedia gentile. L’incasso di 1,8 milioni di euro, con una distribuzione in 260 sale, può quindi essere considerato un risultato discreto. Non si può dire lo stesso, almeno per ora (uscirà in altri mercati tra febbraio e maggio), a livello internazionale. Negli U.S.A. ha avuto un’uscita limited in 598 sale e ha incassato 3,6 milioni di dollari, il resto del mondo aggiunge, ribadisco per ora, solo 3,4 milioni di dollari. Quello italiano è finora il maggior risultato al mondo dopo quello americano. Visto l’andamento tutt’altro che esaltante potrebbe faticare a coprire il “piccolo” budget” (probabilmente andato in gran parte a Julia) di 13 milioni di dollari.

Il gioco delle coppie, presentato con ottimi riscontri critici al Festival di Venezia, esce in pochissime sale (12) tra Natale e Capodanno. L’ottima media per sala (€ 2.941) spinge la I Wonder a una politica di piccoli passi che si rivela fruttuosa. Le sale passano infatti a 32 (la media sale a € 3.477), poi 55 (media ancora buona a € 2.723) e poi 69 (media per sala € 1.907) fino a un risultato, a sfruttamento ancora in pieno corso, superiore ai 600 mila euro. Non era affatto scontato e la strategia distributiva ha sicuramente inciso sull’andamento positivo.

7 uomini a mollo poteva essere la sorpresa delle feste, il film capace di crescere con il passaparola, il feel good movie in grado di accontentare un po’ tutti, invece se lo sono filato in pochi, comunque molti meno del previsto: poco più di un milione di euro partendo da 184 sale, con un andamento decrescente. Cosa non ha funzionato? Soprattutto le scelte della distribuzione: un titolo italiano orrendo che avrebbe potuto funzionare forse nei multiplex mentre si è puntato di più sulle sale d’essai, con il risultato di allontanare il pubblico a cui sembrava prioritariamente destinato. In pratica il pubblico d’essai ha pensato alla solita commedia francese e il pubblico dei multiplex non se lo è trovato a disposizione. Una sorta di corto circuito tra domanda e offerta. Tra l’altro lo scarso successo italiano del film è indice del gradimento non proprio alle stelle per le tante, troppe, commedie d’oltralpe arrivate negli ultimi mesi (da Un marito a metà a Separati ma non troppo). Grande successo invece in Francia dove ha superato i 33 milioni di dollari finendo al 6° posto nel box-office del 2018 (è uscito il 24 ottobre).

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A seguire:

I CASI DEL SECONDO TRIMESTRE

Buona lettura.