Recensione, Thriller

SURVIVOR

NazioneGran Bretagna
Anno Produzione2014
Genere
Durata96’

TRAMA

Kate Abbott, nuova responsabile della sicurezza nell’ambasciata a Londra, blocca alcuni visti per New York che un suo collega, traditore in combutta con un affarista, fa di tutto per ottenere: ingaggiano l’orologiaio, killer spietato, per farla fuori e la incastrano con l’accusa di terrorismo.

RECENSIONI

Preso come b-movie thriller d’azione, è dinamico ed eccitante, senza sosta. Se ci si sofferma sulla sua ideologia di fondo, patriottico-allarmista, indispone: l’eroina, infatti, ha tutti contro anche perché non è lassista quando il terrorismo, dopo l’11 settembre, è ancora una priorità (una scritta finale testimonia quanti attentati diretti a New York sono stati sventati). Ad un certo punto, l’esordiente (al cinema) sceneggiatore Philip Shelby fa recitare ad un suo carattere un pistolotto sul senso della nazione e sulle azioni intraprese a beneficio dei compatrioti. Il testo, per fortuna, si redime nel momento in cui asserisce di temere maggiormente gli affaristi che lucrano sul terrore che i fanatici che odiano gli Stati Uniti. Poco male: James McTeigue (V per Vendetta), che pare volersi specializzare in film (a) tesi con ideale di fondo, tiene alta la bandiera, prima di tutto, del pericolo e dell’innocente incastrato, peccato non si curi della verosimiglianza minata da varie crepe disseminate a macchia di leopardo, la più grande quella di questa Lola Corre, nel momento in cui Kate Abbott, che ha tutte le forze dell’ordine alle calcagna, è in perenne fuga e pare (non viene detto) non avere tempo per trovare alleati o tentare di scagionarsi, ma non se ne capisce bene il motivo (non è per sventare un attentato: lo scopre solo verso la fine). Pierce Brosnan villain vale tutto il film (che non vale molto).