Noir, Recensione

L’OMBRA DEL PASSATO

Titolo OriginaleMurder, my sweet
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1944
Genere
Durata95’

TRAMA

Due ingaggi per l’investigatore privato Philip Marlowe: deve ritrovare la fidanzata del criminale Moose Malloy e proteggere Lindsay Marriott durante il pagamento di un riscatto per una preziosa collana di giada.

RECENSIONI

Metropoli notturna, luci al neon, fumo, alcol, night club, violenza, trame torbide, intrighi intricati, flashback, lavori sporchi, donne fatali che fanno le gatte per poi graffiare e veri duri che nascondono un cuore tenero. Un classico, il Noir dei noir, il Marlowe dei marlowe: Raymond Chandler lo amava, non altrettanto si può dire della precedente versione cinematografica del suo romanzo "Addio, mia amata" (1940), portata sullo schermo da Irving Reis con The Falcon Takes Over (1942). Edward Dmytryk rende giustizia al personaggio rude, sarcastico, dalla morale seppellita sotto due metri di cinismo nato sulle pagine dello scrittore; pone le basi del genere e offre a Dick Powell la chance di reinventarsi come interprete, lontano dai consueti ruoli musical(i) in amore. Memore dei trucchi dell'espressionismo, il regista ucraino/canadese, naturalizzato americano, gioca con forti chiaroscuri, stilizzazioni, immagini riflesse (memorabile l’entr’acte del “gorilla” Moose Malloy di Mike Mazurki), soggettive drogate e incubi freudiani introdotti da nere voragini animate. In futuro si servirà ancora della penna dello sceneggiatore John Paxton, dei suoi dialoghi taglienti e contorti, delle trame audaci e ricche di dettagli, disinvolte sia nella malizia erotica (l'occhio di Marlowe che cade sulla gamba di Claire Trevor con abito scosciato) sia nel cambiare totalmente registro senza colpo ferire (la chiusura con il simpatico espediente da commedia rosa degli equivoci).