TRAMA
Negli Stati Uniti un caro amico di James Bond e sua moglie vengono uccisi da un trafficante sudamericano appena evaso. Bond chiede all’agenzia di potersi mettere sulle tracce di quest’ultimo: non lo assecondano e lui, assettato di vendetta, si fa sospendere.
RECENSIONI
Lo spirito originale dello 007 cinematografico è ormai lontano, non per niente e per la prima volta non si sente il bisogno di girare/ambientare in Gran Bretagna e Ian Fleming non è una fonte diretta (anche se, paradossalmente, questo ‘dark’ Bond somiglia di più al suo): forse per adattarsi alle corde di Timothy Dalton (al suo secondo e ultimo Bond dopo Zona Pericolo), che non possiede il carisma di Sean Connery né l’elegante ironia di Roger Moore, si recupera un agente segreto tanto impassibile quanto danneggiabile, viene azzerata l'ironia, si punta sul dramma, sulla violenza finanche brutale (la morte del Milton Krest di Anthony Zerbe), sull'azione esagerata e spettacolare, sul ronin senza padrone e legge (fonte di ispirazione degli sceneggiatori: La Sfida del Samurai). Il racconto, i personaggi (villain compresi, per quanto efficaci), la drammaturgia che a volte arranca sono di pochissimo conto rispetto al vero obiettivo, la spettacolarità, le invenzioni per esplosioni, situazioni di pericolo e duelli all’ultimo sangue: in questo il film di John Glen (al suo quinto e ultimo 007) è senz’altro avvincente, non dà (quasi) tregua nel ritmo indiavolato ma finisce per confondersi con decine di altri polizieschi debordanti e facoltosi hollywoodiani (da Arma Letale a Trappola di Cristallo). Location: Messico (per la fittizia Repubblica di Isthmus) e le Florida Keys.