Drammatico, Recensione

IL PROCESSO (1962)

Titolo OriginaleLe procès
NazioneItalia, Francia
Anno Produzione1962
Durata119’

TRAMA

Ad un capoufficio viene reso noto che è accusato dalle Autorità. Non sa di che cosa e scopre che il sistema giudiziario è opprimente e labirintico.

RECENSIONI

"Il processo" di Franz Kafka ha la logica di un incubo: a questa affermazione si riallaccia la messinscena barocca e genialmente deformata di Orson Welles, anche voce narrante, che rispetta la complessità del romanzo e non convince solo nel finale e nel dipingere Joseph K. come isterico e presuntuoso, perché lo vuole colpevole nonostante tutto, in quanto parte del "sistema". Mentre risuona l'adagio in Sol minore di Albinoni, si configura il lento, assurdo, grottesco e opprimente cammino di una Giustizia che schiaccia l'individuo, mentre chi ha il potere ne approfitta (gli avvocati). Non c'è via d'uscita, ma nemmeno d'entrata. I luoghi sono imponenti ma vuoti, proprio come le istituzioni della Legge. Per accentuare il senso di claustrofobia, l'obiettivo grandangolare abbassa i soffitti sugli astanti, la macchina da presa imposta inquadrature dal basso verso l'alto o segue il suo protagonista in luoghi allucinanti, come la stanza del pittore, chiusa da assi di legno e circondata da bambine esagitate. I personaggi non sono del tutto limpidi, le figure femminili, oggetto di desiderio sessuale, sono misteriose ed ambigue nel loro sembrare, allo stesso tempo, salvifiche e mortali.