Horror, Recensione

MANICOMIO

Titolo OriginaleBedlam
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1946
Genere
Durata80’
VOTO7

TRAMA

Londra, 1761: Bedlam è un manicomio dove il viscido Simps tratta i malati in modo disumano. Convinta da un quacchero, Nell Bowen tenta di cambiare le cose.

RECENSIONI

Bedlam (nomignolo per “Bethlehem, house for insane”), che in inglese è divenuto sinonimo di manicomio, è il sito londinese, realmente esistito (come la figura dell’attrice Nell Bowen che si batteva per migliorare la condizione dei pazienti), di questa terribile prigione per malati di mente: abbiamo Boris Karloff nel ruolo di un sordido villain, l’internamento forzato fra pazzi come mezzo di paura, una forte dose di moralismo esplicitata e il sensuale fascino figurativo del B-movie RKO prodotto dall’inventore degli horror psicologici Val Lewton (che firma anche la sceneggiatura dietro pseudonimo, mentre la regia di Mark Robson trova ispirazione nel dipinto omonimo di William Hogarth). Come in altre opere lewtoniane, però, la cura delle premesse non trova riscontro, infine, nella loro imperfetta elaborazione: quando, cioè, gli ingredienti più forti e i punti di svolta cruciali ai fini del messaggio fanno capolino (vedere, ad esempio, la crudeltà di Simps che passa inosservata per sottolineare il disinteresse sociale nei confronti dei pazzi), esagerazioni irrealistiche smentiscono il gusto e la misura dei preamboli e l’ansia di enunciare il messaggio forza troppo le situazioni (il santo quacchero come portavoce dei buoni). Inezie, comunque, che fanno parte del pacchetto di quest’opera di grande fascino, cui pare si siano ispirati anche Peter Brook per Marat-Sade e Samuel Fuller per Il Corridoio della Paura. È un Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo ante litteram, che si batte per il rispetto dei diversi e ricerca le chiavi per entrare nel loro mondo.