Drammatico, Recensione

NAKED

TRAMA

Johnny è uno sbandato che, per la troppa violenza usata nei confronti di una prostituta, fugge da Manchester, si installa a casa della sua ex ma, poi, va a letto con la sua amica. Le persone non lo capiscono e lui, in modo indifferente, tratta tutti a pesci in faccia.

RECENSIONI

Mike Leigh continua nel suo feroce, implacabile sarcasmo sui miserabili del moderno ma, questa volta, rende amari anche i tanti moti di riso che, in un gioco provocatorio di contrasti, fabbricava nelle opere precedenti. Questo dramma esistenziale o commedia umana violenta e beckettiana, è anarchico e crudele come il suo protagonista “maledetto”, dominato da un male di vivere che lo fa sentire in diritto di maltrattare il prossimo, provvisto di una dialettica filosofica intrigante, di uno spirito quasi eroico nel rifiuto del lerciume e della banalità quotidiana, magistralmente restituito nel segno dell’ambiguità, fra simpatia e ripugnanza. Anche il regista adotta un apparente sguardo freddo che, in realtà, vuole colpire nel segno, per annunciare che è finito il tempo del politically correct, del buonismo, è l’ora della verità. Johnny mette continuamente a nudo sia sé stesso sia gli altri; la sua malata violenza nei confronti delle donne non rientra nemmeno nell’archetipo del dannato da compassione: il prossimo è squallido o anonimo, desolato o maniaco. Il taglio filmico è realistico (il direttore della fotografia proviene dai documentari), impreziosito dai metodi “sul campo” dell’autore, che costruisce la sceneggiatura attraverso la completa metamorfosi degli attori nei personaggi, seppur attraverso dialoghi e situazioni che varcano la soglia del paradossale, per mostrare i protagonisti con intenti anche caricaturali. Un sogghigno cinico sulla vita che va a braccetto con un grido disperato contro Dio (gli apologhi che lo riguardano sono i più scontati), per spogliare definitivamente il mondo della sua ipocrisia. Una risata (la scena con il matto scozzese) che si strozza in gola, perché, lentamente, il sottofondo pessimistico scava la fossa e rivela la natura difensiva dei buffi giochi di parole, la sottolineatura velenosa nascosta dietro i modi grotteschi.