
TRAMA
Brescello in provincia di Reggio Emilia, 1946: Don Camillo non si dà pace da quando nel suo piccolo paese viene eletto come sindaco il comunista Giuseppe Bottazzi, detto Peppone. Fa di tutto per contrastarlo.
RECENSIONI
Rivisitazione dei personaggi creati da Giovannino Guareschi in una serie di racconti pubblicati nel biennio 1946-47, con l’emblema delle due ideologie (anche politiche: PCI e DC) che guidavano l’Italia nel dopoguerra: due meravigliosi caratteri (e due grandi interpreti) si fronteggiano, nascondendo una dissimulata ammirazione reciproca, che rispecchia la satira e l'umana benevolenza con cui sono trattati tutti i simpatici, terribili, irreali personaggi, caricaturali come se si avesse un occhio "cristiano", uno sguardo che riesce ad andare al di là delle umane debolezze, per rinvenire la ghianda fanciullesca in ognuno di essi (lo sguardo degli autori, infatti, sposa le ragioni della chiesa cattolica di Don Camillo e non quelle della fede politica di Peppone). Fatta di tanti e buffi episodi quotidiani, è una favola dal sapore perduto, pungente e spensierata, dolce e divertente. Indimenticabili i discorsi di Fernandel (doppiato da Carlo Romano) con il crocifisso parlante (voce di Ruggero Ruggeri, Jean Debucourt nella versione francese): l’attore interpreta alla perfezione un insolito prete che, piuttosto che porgere l’altra guancia, a fin di bene atterrerebbe l’avversario; probabilmente è stato scelto per la sua prova, l’anno precedente, in …Arriva Fra’ Cristoforo! di Claude Autant-Lara. La versione transalpina contiene scene di maggiore durata (ad esempio, lo scontro con i comunisti in sciopero e la scena del suicidio nel fiume).
