Commedia, Recensione

CIAO, AMERICA!

Titolo OriginaleGreetings
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1968
Genere
Durata88’

TRAMA

Per fargli evitare la leva militare, due amici insegnano a Paul ad atteggiarsi come un omosessuale e lo tengono sveglio la notte con storielle piccanti.

RECENSIONI

Quando De Palma aspirava a diventare il Godard americano (anche se i suoi, più che saggi, erano opere di fiction che imitavano lo stile documentario) con pellicole indipendenti e audaci, improvvisate e a costo quasi zero, impegnate nel sociale e nell'attualità con una vena sardonica e irriverente. Il regista cita Truffaut (il libro su Hitchcock), A Sangue Freddo, Elvira Madigan e Blow Up, fa metacinema, interviste, protesta contro il Vietnam, inserisce alcuni cartelli diegetici, monta poco e (volutamente) male, predilige i piani sequenza, i campi lunghi, un'illuminazione dilettantesca. Di Godard non ha l'intelligenza e la portata rivoluzionaria, fatica a ingranare nella vacuità e nella verbosità (come in Oggi Sposi) ma va a segno nella satira e con le gag, descrivendo tre amici: Lloyd è ossessionato dall'assassinio di Kennedy e vuole svelarne il complotto (divertente la scena in cui usa il corpo dell'amante per ricostruirne il delitto), Paul incontra i cuori solitari attraverso il computer (tutte donne strambe, De Palma disserta ironicamente e a lungo sul sesso), John è un voyeur (De Niro con occhiali e baffetti) coinvolto in imprese cinematografiche (si spaccia per il creatore della "look-art", l'arte del guardone) e gira i film per vedere le donne spogliarsi. Nel mirino anche la controcultura, i vezzi americani (il porno, la pop art, la droga, la ricerca spirituale), senza intellettualismo né capricci da film d'arte, nel segno dell'irrisione grottesca (e della discussione). Orso d'argento a Berlino.