Processuale, Recensione

LA PAROLA AI GIURATI

Titolo Originale12 angry men
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1957
Durata95’

TRAMA

Un diciottenne è accusato di omicidio. Dodici giurati si ritrovano per dichiararlo innocente o colpevole, dargli la pena di morte all’unanimità o lasciarlo libero. Per undici di essi non c’è dubbio: colpevole. Ma il più taciturno inizia, con eloquenza, a convincerli che non lo è.

RECENSIONI

Meraviglioso esordio cinematografico di un apprezzato regista televisivo che si è fatto le ossa con centinaia di messinscene fiction dove puntare sulle recitazioni (a inizio carriera faceva l’attore di prosa) e l’eloquenza del montaggio. Sidney Lumet si dimostrerà maestro dei drammi serrati, chiusi in pochi ambienti e portavoce del singolo contro il Sistema. Il testo di Reginald Rose è senz’altro magistrale: un po’ hitchcockiano (sia in Omicidio che in I Prigionieri dell’Oceano il singolo cerca di persuadere la moltitudine con idee contrarie), un po’ alla Preston Sturges (la giuria bloccata da un voto in Un colpo di fortuna) ma è la regia a dargli potenza in ogni risvolto, a sottolinearne ogni conflitto psicologico, riflessione esistenziale, apologo morale in nome della democrazia garantista. Una delle migliori prove di Henry Fonda, che ha visto giusto nello sponsorizzare il regista per questa pièce che non perde un grammo della sua bellezza con il passare degli anni.