Recensione, Thriller

BAIT

NazioneU.S.A.
Anno Produzione2000
Genere
Durata119'

TRAMA

Trafugati 42 milioni di dollari in lingotti d’oro alla Federal Gold Reserve: uno dei due rapinatori scappa con il bottino, finisce in prigione e ne rivela l’ubicazione al compagno di cella che, una volta uscito, è sorvegliato dal direttore dei progetti speciali del Dipartimento del Tesoro, attraverso una ricetrasmittente che gli è stata impiantata.

RECENSIONI

Nuovo alfiere del cinema d’azione made in U.S.A., Antoine Fuqua tenta la via di Beverly Hills Cop, con Jamie Foxx al posto di Eddie Murphy nel ruolo del buffone in un impianto poliziesco “serio”. Commedia e thriller si mescolano a tal punto da barare: a volte la prima giustifica, con scene sopra le righe, svolte fondamentali del secondo, vanificandone la verosimiglianza. Si ha anche la sensazione che la comicità sia aliena alla matrice di tensione, scattante e piena di pericoli: come se il produttore esecutivo e sceneggiatore Tony Gilroy (Extreme Measures, L’Avvocato del Diavolo) fosse intervenuto sul materiale originale del mediocre commediante Adam Scheinmann, “nobilitando” una sostanza per lo più fracassona. Ma le idee buone non mancano: quella del Truman Show ai danni di Foxx, con un intero staff che segue la sua vita minuto per minuto (ma erano da sfruttare maggiormente i controcampi di commento); quella di Foxx fra l’incudine e il martello, vale a dire l’ottimo Doug Hutchison, spietato killer “matematico”, e David Morse, cinico e senza scrupoli capo operazioni del governo. Il futuro regista del pregevole Training Day ha i numeri ma non la misura, complice uno script che deborda spesso, soprattutto negli omissis (su come il complice sia finito in galera; su come un inetto sia riuscito a sotterrare i lingotti in uno stadio).